Il vescovo di Reggio Emilia – Guastalla risponde ai piccoli.

Caro don Massimo, leggo sempre le tue risposte sul giornale. Anch’io desidero farti alcune domande.
1) Faccio una grande fatica a fare i compiti perché non mi piacciono. Cosa mi aiuta a farli volentieri?
1) Caro Matteo, anch’io ricordo tanti pomeriggi dei miei anni giovanili resi pesanti dai compiti a casa. Che cosa può aiutarti ad alleggerire il loro peso? Pensare a quanto è bello conoscere: la storia passata, i paesi del mondo, la struttura di una lingua, i numeri e i loro rapporti… sono come tante finestre aperte, come essere su un treno e guardare dal finestrino paesaggi sempre nuovi. Un altro modo per alleggerire la fatica: studiare con un amico. Così si sommano le scoperte e le abilità (attento: non ci si può trovare solo per chiacchierare!). E poi una terza via: l’offerta della fatica. Si può sempre dire a Gesù: «Ti offro la fatica dello studio per questa persona a cui voglio bene». Oppure: «perché tu mi renda più buono». Oppure: «perché tu mi aiuti». Dio è contento dei regali che gli facciamo. Certo, Lui ne fa tanti a noi anche quando lo dimentichiamo. Ma è commosso dai nostri piccoli doni.
2) Faccio fatica a resistere a una grande voglia di fare alcune cose, come per esempio giocare tanto con il computer: come frenare questo desiderio?
2) Pensa a un uomo che avesse una testa grossa e un corpo piccolo. Oppure un braccio corto e una mano grande. Ciò che è bello è anche armonico. Così noi dobbiamo sviluppare tutti i doni che Dio ha posto dentro di noi creandoci. Se stiamo un tempo esagerato al computer, diventeremo come quei mostri di cui ho parlato sopra. Dobbiamo prenderci il tempo di correre, di giocare all’aperto con gli amici, di guardare gli alberi, i fiori, il cielo, non solo sullo schermo, ma dal vivo, di prendere in mano un libro, di ascoltare una musica. Fatti aiutare da qualcuno che ti vuole bene.
3) Come fa Dio a trasmettermi bontà? Grazie per le tue belle e utili risposte.
Matteo, 10 anni
3) Dio trasmette bontà. Che bella e giusta espressione! «Il nostro cuore è fatto per te», ha scritto sant’Agostino, un santo africano vissuto tra il quarto e il quinto secolo. Noi siamo fatti a immagine di Dio. Lui, che ci ha fatti, ha messo dentro di noi il desiderio del bene. Ma vuole che siamo noi a scegliere ragionevolmente la bontà. Ha perciò permesso che siamo messi alla prova del Demonio, che è il padre della cattiveria.

Caro don Massimo, che cosa vuol dire «venga il tuo regno»?
Giacomo, 5 anni.
Caro Giacomo, «venga il tuo regno» è una delle invocazioni con cui Gesù ci ha insegnato a pregare Dio nel «Padre nostro». La frase va dunque letta all’interno di tutta la predicazione di Gesù.
Che cos’è il Regno di Dio? E perché dobbiamo chiedere che venga? Regno è il territorio geografico su cui un re esercita il suo governo. Anzi, propriamente il territorio che è proprietà di un re e dei suoi discendenti. Il “territorio” di Dio è l’universo di cui è il creatore, ma in un senso differente dagli altri regni. «I re del mondo – ha detto Gesù – esercitano il dominio sui loro sudditi» (cfr. Mc 10, 42). Dove arrivano i re del mondo diminuisce la libertà degli uomini. Il Padre invece vuole entrare nel cuore degli uomini per aiutarli ad essere liberi, cioè a riconoscere ciò che è bene e a fare il bene. Senza l’aiuto di Dio non siamo capaci da soli di fare il bene. Per questo Gesù ci invita a chiedere ogni giorno: «venga il tuo regno». Egli vuole regnare nei nostri cuori per renderci liberi e capaci di amare.
massimo camisasca

Leggi anche

Tutti gli articoli