Il 19 dicembre 2015, presso la Chiesa di San Vicente Ferrer a Santiago del Cile, Alessio Cottafava e Tommaso De Carlini hanno ricevuto per le mani di mons. Camisasca l’ordinazione diaconale. Pubblichiamo l’omelia del vescovo.

Cari fratelli e sorelle,
siamo ormai molto vicini al Natale. Questa festa, tanto importante per tutti i popoli cristiani e celebrata con tanta emozione in ogni parte del mondo, dovunque si trovi una comunità cristiana, deve aiutarci a comprendere il grande dono che abbiamo ricevuto: la vita e la fede.
Dio nasce come uomo, ha accettato la proposta del Padre, come abbiamo ascoltato nella lettera agli Ebrei: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato (Eb 10,5). Non ti sono gradite le forme di riconciliazione con Te, esteriori e spesso false, dei vari popoli della terra. Hai voluto che fosse tuo Figlio a compiere la riconciliazione tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini, hai voluto che si facesse uomo per incontrare gli uomini, affascinarli con le sue parole, i suoi gesti, la sua umanità e carità, prendere su di sé il loro male, per portarli a te come figli.
Dio nasce come uomo e ci rivela così il grande valore della vita umana. Rendiamo grazie a lui per averci chiamati alla vita!
Ma Dio non si è limitato a questo. Lo sa ogni padre e madre: non varrebbe la pena generare se non si potesse poi offrire a chi nasce una ragione per vivere, la ragione per cui vivere. Quanti uomini e donne, segnati dalla solitudine, dalle delusioni, dalle ferite, dall’odio. Quante persone non hanno più ragioni per vivere! Quanta violenza nel mondo a causa di coloro che non possono amare perché non hanno motivo di luce e di gioia nella loro esistenza!
Mandando il Figlio, Dio accende nel mondo la fede, cioè ci dà la ragione per vivere. Siamo amati, siamo perdonati, siamo raccolti dalla polvere del nostro male, perché esiste il Padre che fa tutto questo e ci assicura delle sue promesse mandando suo Figlio Gesù.
Oggi ordino due diaconi avviati sulla strada dell’ordine del presbiterato che auguro loro di ricevere molto presto. Sono stati chiamati dal Signore per compiere proprio ciò che oggi vediamo in Maria: sono chiamati per portare Gesù. Questa è la carità di cui il mondo ha soprattutto bisogno: che ci sia qualcuno che porti Gesù. Che lo porti, come faranno questi fratelli, portando l’eucarestia, commentando e spiegando la parola di Dio, soprattutto attraverso la loro vita. Chiedo questa sera che Dio conceda loro sempre una vita trasparente, nella gioia e nel dolore, della presenza di Gesù.
Quando c’è lui, anche se non possiamo cancellare magicamente l’ombra di tristezza per il nostro male e la nostra limitatezza, la letizia riappare. Domandiamo con insistenza al Signore la grazia di essere lieti e sicuri perché affidati alla sua mano che ci prende, ci guida, ci accarezza anche quando ci colpisce per correggerci.
Grazie, cari amici, che avete accettato di dire sì al Signore che vi chiama a una più stretta partecipazione alla sua missione! Amate la casa dove Dio vi ha collocati, la Fraternità san Carlo e le sue case, e vivete in rendimento di grazie, cantando in eterno la misericordia di Dio.

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