Insieme alle Missionarie di Madre Teresa per imparare la carità. I ragazzi di don Carlo Fumagalli hanno trovato una casa, dove innamorarsi di Gesù attraverso il prossimo.

Ogni sabato mattina, insieme agli universitari, andiamo in caritativa presso le Missionarie della Carità di Budapest, nella parte più povera del nostro distretto.
Varcando il cancello sembra di entrare in un altro mondo: fuori sporcizia, palazzoni e case fatiscenti, una povertà squallida; dentro una povertà luminosa, bella, dove si incontrano semplicità, essenzialità e amore.
Amore: questa la parola che definisce l’ordine, le suore ne sono le missionarie. Questo amore è percepibile, tangibile, sperimentabile tra quelle mura. Le suore – provenienti da Ungheria, India, Africa – accolgono tutti con un sorriso. Non importa se sei un prete, un universitario, un mendicante: sei accolto, sei amato.
Così facciamo la prima scoperta: andiamo in caritativa per portare amore e riceviamo amore. Prima di ogni nostro timido tentativo viene l’amore con cui le suore ci accolgono.
Insieme a noi entra un gruppo numeroso e vociante di famiglie, circa quaranta persone tra zero e sessant’anni.
Per la catechesi ci dividiamo in gruppi in base all’età. Io di solito sono con i ragazzi più grandi: leggiamo insieme un brano del Vangelo, cerchiamo di comprenderlo insieme. Nelle conversazioni appena accennate, emergono spesso storie di miseria, di violenza familiare, di piccoli e grandi reati. In tutto ciò, questi ragazzi trovano dalle suore una casa. Pian piano si aprono, si lasciano interrogare e abbracciare dall’amore gratuito che ricevono.
Le suore ci invitano a essere seri e decisi in quello che proponiamo e, allo stesso tempo, a non avere pretese sulla risposta dei ragazzi. Citano spesso una frase di Madre Teresa: «Qualunque cosa facciano, se staranno qui anche solo cinque minuti, in quei cinque minuti non saranno sulla strada».
Il nostro compito è essenzialmente favorire questo: lasciarci afferrare dall’amore e coinvolgere i ragazzi nell’amore; vivere con loro la gioia di quei cinque minuti presso gli atri della casa del Signore, che valgono più di mille anni altrove.

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