Come Barabba

La caritativa è la scuola con cui Cristo ci educa ad amare come ama lui, a guardare gli altri come Lui guarda noi. Una testimonianza dalla Colombia

Ruben Roncolato è parroco di Nuestra Señora de las Aguas, a Bogotá (Colombia). Nella foto, con Carlo Zardin, in caritativa nel barrio La Paz.

Vado in caritativa per imparare a vivere come Gesù. Per avere un cuore “capace di amare senza esigere di essere riamato”. È un desiderio che mi accompagna da sempre, insieme al riconoscimento di quanto io sia ancora lontano da Lui.
Nel Vangelo c’è un personaggio che mi colpisce sempre perché ha potuto guardare Gesù mentre questi dava per lui tutta la sua vita: è Barabba. Non abbiamo certezze di cosa gli sia successo poi, ma quella mattina ha potuto lasciarsi toccare da un uomo che ha donato se stesso gratuitamente e lo ha salvato dalla condanna. Mel Gibson, nel film The Passion, ha provato a descrivere nello sguardo di Barabba tutta la sorpresa di chi ha passato la propria la vita a cercare di sfuggire e all’improvviso si vede raggiunto dall’amore gratuito. Tutti gli uomini cercano questo amore.
Durante la pandemia, nel silenzio del lockdown, una mattina un uomo è venuto a suonare il campanello di casa nostra: era il rappresentante sociale del barrio La Paz, la frangia povera della nostra parrocchia. Voleva chiederci aiuto perché nel suo piccolo quartiere – una sorta di favela in stile colombiano – molte famiglie, ormai senza ingressi economici, erano in difficoltà e il giorno precedente si erano riunite intorno a casa sua per lanciargli pietre e insulti. Lo consideravano colpevole dei loro stenti. Lui in questi anni non ha fatto molto per farsi voler bene dalla comunità del quartiere e forse era la persona giusta contro cui sfogare la propria frustrazione. Non lo stimano molto e gli hanno dato un soprannome “evangelico”, tutti lo chiamano Barabba. Credo che sia vero che di lui non ci si può fidare molto, ma in casa abbiamo pensato subito che ce lo avesse mandato il Signore per aiutarci ad amare come Lui. Durante il lockdown ne avevamo particolarmente bisogno perché non è facile trattarsi con gratuità quando si vive per tanto tempo chiusi in quattro mura continuamente sotto gli occhi gli uni degli altri.
La caritativa nella nostra parrocchia di Bogotá è nata quella mattina, con la decisione di prendere sul serio l’invito che era venuto a suonare il nostro campanello. Abbiamo contattato tutte le famiglie del barrio La Paz di cui avessimo un numero telefonico e insieme al Banco de alimentos abbiamo messo in piedi un programma di aiuti per consegnare tutte le settimane duecento pacchi alimentari.

Condividendo il loro bisogno è diventata più bella la vita di casa nostra, perché la gratuità ci parla di ciò che siamo e di ciò che siamo chiamati ad essere.

Condividendo il loro bisogno è diventata più bella la vita di casa nostra, perché la gratuità ci parla di ciò che siamo e di ciò che siamo chiamati ad essere. È la legge della nostra vita.
All’inizio eravamo solo in quattro – tre preti e un seminarista – perché per paura del contagio non avevamo esteso l’invito a nessun altro. Però tanti nostri amici, raggiunti dai nostri racconti e dalle foto che abbiamo condiviso, hanno insistito per poterci accompagnare. In un periodo di tanta solitudine, Gesù è venuto a toccare le nostre vite e le ha salvate permettendoci di donare un po’ di noi stessi.
Una volta terminati i rigori della pandemia anche la forma della nostra caritativa è cambiata: abbiamo deciso di rispondere a una fame che è più profonda di quella alimentare ed è il bisogno di compagnia e di un significato per la propria vita.
Tutti i sabati mattina ci ritroviamo nel patio della parrocchia, beviamo un caffè insieme e poi cantiamo e insieme leggiamo alcune parole preziosissime de Il senso della caritativa. Quindi ci dividiamo: alcuni si fermano a guidare il gruppo di vita cristiana dei bambini, altri vanno a far compagnia agli anziani in un istituto pubblico e nella casa di riposo di don Guanella. Un gruppo va ad aiutare le suore di Madre Teresa pelando verdure e ordinando gli spazi della loro mensa per i poveri.
Quando ci rivediamo alla fine della mattinata sono sempre tante le esperienze che condividiamo: le guardiamo insieme e ci lasciamo accompagnare dall’iniziativa con cui Dio ci educa. Anche noi, come Barabba, abbiamo bisogno dello sguardo gratuito di Gesù e lui non si limita a mettere su di noi i propri occhi, ma vuole coinvolgere la nostra libertà con la sua per assicurarci che è vero: siamo fatti per vivere come lui.

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