La confessione è la vera strada per la santità. Don Michael Konrad, professore di etica a Roma, racconta la sua esperienza.

A Pasqua e a Natale vado in una piccola parrocchia dell’Emilia Romagna a confessare. Sono sempre delle giornate molto intense. Dalle prime ore del mattino le persone cominciano ad accorrere e il flusso raramente viene meno prima di mezzanotte. Mi lasciano a malapena il tempo di mangiare qualcosa. Quest’esperienza mi costringe sempre a chiedermi: perché confessarsi?

Il vero nemico della nostra vita non è tanto la caduta, quanto il ritenere di essere già arrivati, l’accontentarci della mediocrità. È molto facile abituarci al nostro male, considerandolo “normale”. Dio non ci ha creati per rimanere piccoli, ma per la santità. Essere umili non significa disprezzare i doni che abbiamo ricevuti. Anche Gesù era umile, pur essendo cosciente della propria enorme missione. Sapeva di essere il Figlio di Dio, ma nel contempo tutto era per lui un dono. Tutto mi è stato dato dal Padre mio (Mt 11,27). In senso analogo capisco la famosa espressione di Léon Bloy: «L’unica vera tristezza è quella di non essere santi», cioè di non essere all’altezza della vocazione che ci è stata data.

Il prete deve aiutare il penitente a guardarsi con gli occhi di Dio, a ricuperare un punto di vista dal quale emerga la sua insostituibile missione nel mondo. Dobbiamo imparare a ridere del nostro peccato, senza smettere di piangere; a non prenderlo troppo sul serio. Il peccato non ci definisce. Dio è più grande, lo può vincere. Riconoscere i nostri peccati ci aiuta a rimanere in cammino, a tendere ancora all’ideale. Anche se ogni volta sono gli stessi, possiamo sempre rimetterci in piedi.

In questi anni ho anche potuto fare l’esperienza che per il sacerdote è una grazia poter ascoltare le confessioni. Spesso incontro persone che sono più sante di me. Rimango impressionato dal loro profondo senso del peccato e dal loro grande desiderio di seguire il Signore. Oppure, al contrario, resto addolorato dall’assenza del senso di drammaticità. La vita è il luogo della lotta tra il bene e il male: siamo chiamati a prendere posizione. Agendo in persona Christi ho imparato che le parole più vere sono le Sue, cioè le parole della Scrittura. Se voglio davvero aiutare, devo crescere nella conoscenza di Cristo. La confessione rimane per me un costante invito alla mia conversione.

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