Dio ha compiuto prodigi per mezzo loro

La Fraternità e le Missionarie di San Carlo presentano al Meeting di Rimini, allo stand nel padiglione C4, la mostra «Per mezzo loro»: Paolo e Barnaba, il primo viaggio missionario.

Meeting 2022: canti allo stand della San Carlo.

Paolo e Barnaba furono i primi apostoli a lanciarsi in un viaggio missionario in terre pagane. La loro storia, raccontata negli Atti degli Apostoli, ci mostra come Dio abbiamo voluto raggiungere tutti gli uomini attraverso una compagnia umana, anch’essa piena di limiti ed errori, ma sostenuta dallo Spirito. Guardare alla loro avventura ci aiuta a vedere la bellezza di questa misteriosa via che Dio ha scelto per farsi conoscere ad ogni popolo e ad ogni persona.
Per questo, noi seminaristi insieme alle Missionarie di San Carlo, confrontandoci con il titolo del Meeting di Rimini («L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile»), abbiamo deciso di proporre al nostro stand la storia di amicizia e missione che vede come protagonisti proprio Paolo e Barnaba.
Quest’amicizia comincia quando Paolo, da poco convertito e ancora guardato con sospetto dalla prima comunità, incontra Barnaba. Anche lui è un convertito al cristianesimo. Originario di Cipro, si era distinto per la radicalità con cui aveva venduto i propri campi per abbracciare la vera fede e seguire gli apostoli. È proprio Barnaba che presenta Paolo alla comunità e offre garanzie su di lui. Da questo gesto gratuito di accoglienza nasce l’amicizia che li porterà prima a guidare insieme la comunità cristiana di Antiochia e poi, in seguito a una specifica chiamata dello Spirito, li farà partire per il primo viaggio missionario della storia della Chiesa.
Giussani descrive l’amicizia cristiana dicendo che «il metodo che il Mistero ha usato per darsi, per svelarsi alla sua creatura, è il metodo sacramentale: segno che contiene il Mistero di cui è segno. La comunità della Chiesa è l’aspetto di questo segno, è l’aspetto visibile di quella faccia; è la veste di quella Presenza». (L. Giussani, L’uomo e il suo destino, 38). La comunione tra Barnaba e Paolo mostra questa dimensione sacramentale. Per mezzo di Barnaba, Paolo viene chiamato a entrare nella vita della comunità di Gerusalemme; per mezzo di Paolo, Barnaba viene condotto sulle vie della missione, prima a Cipro e poi nell’Asia Minore. L’uno diventa segno della volontà di Dio nella vita dell’altro.

Nelle vicende dei due apostoli si vede come Dio compia grandi segni attraverso tutta l’umanità delle persone che chiama a collaborare con sé.

Anche la loro missione ci parla di questo. Dio scommette sull’uomo e lo chiama a collaborare alla sua opera nel mondo, rendendolo strumento attraverso cui si manifesta a tutti gli altri uomini che Lo attendono. Paolo e Barnaba, rientrati dal loro viaggio, si recano a Gerusalemme e riferiscono agli apostoli quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto per mezzo loro (At 15,12), consapevoli di essere protagonisti e fecondi solo perché chiamati a fare l’opera di un Altro.
Nelle vicende dei due apostoli si vede come Dio compia grandi segni attraverso tutta l’umanità delle persone che chiama a collaborare con sé: la loro storia, caratterizzata da una vocazione unica e personale; il loro carattere, focoso e deciso quello di Paolo, mite e accogliente quello di Barnaba; i loro talenti; perfino i loro limiti, che non vengono mai censurati nel racconto degli Atti degli Apostoli. La santità e la comunione tra i due discepoli non si fonda sul non sbagliare mai o sul non avere difetti, ma sulla chiamata che lo Spirito gli rivolge e nella missione che la Chiesa gli affida. È così che Paolo e Barnaba diventano segno della presenza di Dio per tutti gli uomini che incontrano. È così che possiamo esserlo anche noi.

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