Una testimonianza dal pellegrinaggio alla Madonna di Czestochowa, accompagnando gli studenti del movimento di Comunione e Liberazione.

Carissimi,
ho trascorso il mese d’agosto tra Italia e Polonia. L’esperienza più significativa è stata proprio nelle terra di san Giovanni Paolo II, dove ogni estate circa un migliaio di ragazzi del movimento di Comunione e Liberazione prende parte al pellegrinaggio del popolo polacco alla Madonna di Czestochowa.
L’invito è rivolto in particolare agli studenti che hanno appena affrontato l’esame di maturità e a quelli, più grandi, che si sono laureati o sono in procinto di farlo. Arrivano da tutta Italia, insieme ad alcuni sacerdoti come me e altri confratelli, cui è chiesto di accompagnarli, in particolare per offrire loro la possibilità di confessarsi durante il cammino.
Il pellegrinaggio dura due settimane, con zaino e tenda in spalla. I 152 km che dividono la città di Cracovia dal santuario mariano di Czestochowa vengono percorsi nell’arco di sei giorni, camminando dalla mattina presto al pomeriggio con due soste per colazione e pranzo. La recita del rosario, letture e canti scandiscono i circa 25 chilometri giornalieri. Il pernottamento poi è all’aria aperta e, una volta arrivati al luogo stabilito per l’accampamento, ognuno si organizza per montare la propria tenda, per procurarsi l’acqua necessaria a lavarsi e per preparare la cena. Si conclude la giornata insieme, con alcuni canti e sketch su ciò che è accaduto durante il cammino. Un momento di preghiera e una breve riflessione introducono al silenzio serale, che dura fino alla sveglia del giorno seguente.
Se dovessi pensare a ciò che più mi ha affascinato, la memoria va immediatamente alla bellezza del canto. Infatti, nel corso della messa cui partecipavamo insieme ai pellegrini polacchi, al nostro coro veniva chiesto di cantare per accompagnare la comunione. Era il momento più atteso per me. La bellezza del gesto mi ha commosso ogni giorno, accompagnandomi durante tutto il pellegrinaggio.
Un altro fatto che mi ha riempito il cuore di gioia è stato incontrare tanti giovani con una fede viva e gioiosa. Ho assistito a molti gesti di carità. Ho confessato ragazzi con domande grandi e profonde. Ho toccato con mano la desiderabile novità che il cristianesimo introduce nel mondo, quando ci si lascia conquistare da Cristo presente e vivo nella storia.
Adesso che sono di nuovo in Cile riprendo il mio lavoro quotidiano, con il cuore e gli occhi pieni di quello che ho visto in Polonia. E grato per questa storia nella quale sono stato chiamato a far parte da protagonista.

(Nella foto, il santuario di Czestochowa.)

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