Nel mese di ottobre con un gruppetto di ragazzi della parrocchia, Riccardo Aletti, Davide Matteini e alcuni universitari abbiamo fatto un pellegrinaggio da Salisburgo ad Altötting, tra i prati della splendida Baviera tedesca. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Germania non è solo un paese dove il grigiore del cielo e il freddo invernale fanno da padroni. Durante i cinque giorni di cammino, le colline bavaresi mi ricordavano la Contea dell’universo immaginario di J.R.R. Tolkien.
La mattina abbiamo iniziato sempre recitando le lodi, mentre nel corso della giornata ci siamo sempre imbattuti in una qualche chiesetta in cui poter celebrare la messa quotidiana. Il cammino è stata l’occasione per fare lunghe conversazioni e per pregare insieme, il tutto intervallato da una voce fuori dal coro che ogni tanto gridava “Kompakt!”, nel tentativo di tenere insieme il gruppo.
Posso offrire loro la possibilità di conoscere Chi ci ha voluti insieme.
Durante una di queste lunghe chiacchierate, parlando a una coppia di ragazzi, ho detto loro che per me sono degli amici. A quel punto uno di loro mi ha interrotto e mi ha chiesto: “Aspetta! Noi siamo tuoi amici?”. Essendo per me una cosa del tutto naturale, senza pensarci troppo gli ho risposto: “Si, è chiaro che lo siete!”. “Figo!”, è stata la sua sintetica conclusione.
Il suo stupore nasce dal fatto che ragazzi sono purtroppo abituati a una certa mentalità che separa rigidamente i bambini e i ragazzi dai “responsabili” o dagli “animatori”, concepiti come mere professioni. Gli adulti organizzano le attività, spendono energie e tempo per i ragazzi, ma non si coinvolgono veramente con la loro vita, non entrano nel merito delle ferite o delle loro domande.
Prima di prendere il treno di ritorno per Bonn, durante l’assemblea finale, sono intervenuto per sottolineare come l’avere fatto quel pellegrinaggio insieme, con quelle persone precise e non con altre, non fosse un caso. Infatti, chi è l’amico se non colui che ti trovi accanto nel cammino della vita, cioè nel pellegrinaggio verso il Destino e verso il nostro compimento?
Non posso sapere cosa ne sarà di questi ragazzi, le scelte che prenderanno e cosa il buon Dio abbia in serbo per loro, ma di certo so che durante questo secondo anno che trascorrerò a Bonn posso offrire loro la possibilità di conoscere Chi ci ha voluti insieme, la possibilità di indicargli Colui che per primo ci ha chiamati amici.