In occasione dei 15 anni del Centro Giovanile «Il Centro», a Roma, è stato realizzato il libro fotografico «La grande casa». Proponiamo stralci dell’introduzione di don Sergio Ghio.

Sono trascorsi quindici anni da quando i locali di via delle Sette Sale, a pochi passi dal Colosseo e Santa Maria Maggiore, si sono progressivamente trasformati in un luogo di accoglienza e di condivisione per i giovani.
Gli anniversari aiutano ad accorgersi di una storia che si è vissuta, dei doni che si sono ricevuti, del cammino fatto magari in maniera inconsapevole. Questo libro vuole essere un piccolo strumento per accorgersi dell’esperienza vissuta e del compito che ci attende.
Abbiamo iniziato trovandoci a studiare insieme, perché sarebbe un inganno un’amicizia che non condividesse quello che la vita chiede; a prenderci cura di queste mura seguendone la ristrutturazione e l’adeguamento dalla vita che cresceva, perché la bellezza e la cura delle cose rivela l’amore alle persone molto più delle parole; contenti di quanto si vive durante l’anno scolastico si è iniziata la tradizione della festa di giugno con i vari appuntamenti e incontri.
Oggi è più evidente che Il Centro è un’opera educativa, fatta di occasioni per condividere insieme la vita e aprirci a tutta la realtà.
Il cammino di questi anni ci ha reso più consapevoli che si può educare perché si viene educati.
Ognuno di noi è fatto per camminare nell’avventura della vita, ma questo cammino non siamo in grado di compierlo da soli. Se guardiamo ai bambini vediamo che, senza la presenza di un padre e di una madre accanto a loro, si bloccherebbero davanti alle loro cadute e ai loro capricci. La stabilità di quella presenza amica permette loro di crescere, conoscerci, affrontare l’esistenza.
Oggi siamo più consapevoli che la vita della comunità è ciò che ci educa. L’educazione non sarebbe tale se non arrivasse alla fede, alla scoperta di Gesù, cui affezionarsi come alla presenza più appassionante, perché tutto riempie di significato. […] Il Centro Giovanile, cresciuto grazie al contributo di laici, sacerdoti e seminaristi della Fraternità san Carlo, vuole essere un luogo in cui imparare la stessa libertà. Un luogo in cui imparare a guardare la singola persona, aperto ogni giorno, che ci sia una persona o che ce ne siano trenta. Un luogo in cui imparare a vivere insieme, a rischiare quello che si desidera, a coinvolgersi in un rapporto con chi è più grande. […]
Dal genio educativo di don Giussani, tra le tante cose, impariamo sempre di più che il cristianesimo è l’incontro con un fatto integralmente umano che colpisce per la sua eccezionalità, per il suo essere risposta a quello che si desidera. Il Centro è semplicemente questo aiuto all’umanità di ciascuno e la possibilità di realizzare se stessi partecipando di questa amicizia. […]
L’amicizia che insieme viviamo è per ognuno la possibilità di entrare sempre di più in questa gratuità di Dio. Ogni persona nuova che incontriamo è l’occasione che il Signore ci offre per riscoprire chi siamo e ritornare a ciò che ci costituisce. In fondo si trasmette solo questa gratitudine per quello che si è ricevuto.

 

Nell’immagine, momento di gioco al «Centro» (Foto Ciol).

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