Il lunedì diventa il giorno più bello della settimana, quando in classe si può far luce sui desideri profondi di coloro che ci sono affidati .

Da settembre mi è stato affidato l’incarico di insegnare Religione in un liceo di Torino. L’orario è piuttosto impegnativo: 6 ore il lunedì mattina, dalle 8 alle 14. Così il lunedì è diventato per me un giorno bello. Mi alzo presto per poter assistere alla messa delle 7 al santuario della Consolata di Torino. Affido alla Madonna la vita dei ragazzi che sto per incontrare. Poi è il momento di immergermi a scuola. Mi inserisco nella fiumana dei ragazzi che salgono le scale. Alcuni sono sorridenti, altri fanno gli scalini lentamente. Entro in classe, i ragazzi si alzano in segno di rispetto e salutano. Al momento dell’appello, rispondono con prontezza, cercando il mio sguardo che ancora tenta di assegnare un nome al volto di tanti di loro. Ripercorriamo le esperienze più significative dell’uomo negli scritti di Leopardi, Dante, Shakespeare, nel tentativo di sorprendervi una strada per scoprire il senso della vita.
Una volta ho rivolto ai ragazzi la stessa domanda che Gesù rivolse ai primi discepoli: “Cosa cercate?”. Ho proposto di rispondere su un foglio: chi voleva, poteva poi consegnarlo, anonimo o firmato. Quasi tutti mi hanno dato i fogli, alla fine della lezione. Erano piegati a metà tante volte, quasi a voler custodire un contenuto prezioso. Ho letto questo gesto come un segno di pudore: mi stavano consegnando qualcosa di intimamente loro perché lo leggessi. Aprendo quei foglietti, sono stato investito dalla forza segreta che i ragazzi vi avevano messo dentro. Ho cominciato a leggere le parole che avevano scritto: “La libertà infinita”; “Perché gli sbagli degli altri pesano su di noi?”; “Il mio ragazzo mi ha lasciata senza motivazioni; qual è la verità?”; “Essere stimata”; “Un punto fermo e delle sicurezze”; “Me stessa”; “Avere una bella famiglia”. Come sono grandi i loro desideri! E quanto drammatici, a volte! Alcuni hanno già incontrato il dolore sul loro cammino. Consegnandomi quei fogli, mi hanno fatto capire che desiderano qualcuno che li guardi a questo livello, che li prenda sul serio.
Questi ragazzi desiderano uno sguardo alla luce del quale vivere le loro immense aspirazioni. Desiderano vivere da figli. Alla fine della lezione, qualcuno si ferma e cerca di consegnarmi sottovoce qualcosa. Quando torno a casa, affido quei volti al Signore e chiedo cosa mi domanda di fare per loro.

 

(Pietro Paiusco è un seminarista della Fraternità san Carlo e vive nella casa di Torino. Nella foto, una veduta delle città – foto flickr.com)

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