Proponiamo una breve breve riflessione sulla quarta edizione del Rhein-Meeting, svoltosi a Colonia in primavera.

«Essere uomo, questo m’interessa». Quando, circa un anno fa, questa frase di Albert Camus fu proposta come titolo per la quarta edizione del Rhein-Meeting, tenutosi a Colonia nel mese di marzo, ricordo di aver pensato: “Queste parole sintetizzano la ragione del mio fare, delle mie fatiche e della mia gioia dentro la vita quotidiana”.

È la questione cruciale della nostra vita, niente affatto scontata: essere uomini. È la domanda che si ritrova nel nostro lavoro, nella vita famigliare, nei rapporti personali, che emerge di fronte alla gioia e al dolore, nella vita nostra e in quella del mondo, davanti alle tante ingiustizie e alle tante testimonianze della grandezza umana.

Ognuno dovrebbe essere interessato a comprendere che cosa significa essere uomo, rimanere uomo, diventare uomo. «Essere uomo mi interessa». Sono chiamato io a rispondere. Ma si può rispondere solo nell’incontro con l’altro, necessario proprio per poter scoprire sé stesso come uomo.

Questi tre giorni insieme sono stati veramente un meeting, uno spazio in cui degli uomini si potessero incontrare. Lo hanno testimoniato le tante persone che hanno portato il loro contributo, spaziando dalla medicina alla politica, dalla storia alla religione: Luis Miguel Poiares Maduro, docente alla European University Institute di Firenze; Jochen Ott, esponente della SPD; Mouhanad Korchide, docente di pedagogia islamica a Münster; il pastore protestante Huib Klink; Thomas Söding, professore dell’università di Bochum; Ulrich Lüke, professore di Aquisgrana; Markus Schlemmer, primario di medicina palliativa a Monaco di Baviera; Bernhard Scholz, presidente della Compagna delle Opere; mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca.

Don Giussani ci ha sempre invitato di cercare, in tutti e ovunque, “il bello, il vero ed il buono” e a condividerlo con gli altri. Da lui abbiamo imparato che ogni incontro umano è un riflesso dell’incontro con Dio fatto uomo. E in questi giorni al Rhein-Meeting lo abbiamo sperimentato ancora una volta. Noi non siamo eroi né santi, ma siamo persone che, tramite un incontro decisivo, hanno riscoperto il grande gusto che c’è nell’essere uomini.

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