Il regalo di Natale

Non è mai troppo tardi per incontrare il Padre che da sempre ci aspetta. Un piccolo racconto da Trieste.

Dal 2015 sono parroco in una piccola e bella chiesa sul Carso. Qualche tempo fa, sollecitato dalle domande di Daniele, il fratello da poco arrivato nella nostra missione di Trieste, mi è tornato alla memoria un episodio accaduto anni prima. Avevo notato, quando celebravo la messa domenicale, un uomo distinto e in età avanzata che compariva solo durante l’omelia e, subito dopo, usciva dalla chiesa. Una situazione che è andata avanti per circa un anno. Mi interrogavo su chi fosse quell’uomo così attento, così particolare. Parlando con alcuni parrocchiani, venni a sapere che si trattava di un noto personaggio pubblico, direttore per molti anni del più famoso giornale locale. Una parrocchiana, quando le raccontai quanto accadeva, mi mise in guardia da quell’uomo, dicendomi di stare attento a quello che dicevo. Si trattava, disse, di un mangiapreti comunista che ogni anno distribuiva i garofani rossi, anche fuori dalle chiese, in occasione della festa dell’Unità.

Una fredda domenica di dicembre, prima di Natale, subito dopo la messa mi ritrovai quell’uomo in sagrestia. Al vederlo, trasalii e iniziai a temere di avere detto, durante l’omelia, qualcosa che lo aveva indispettito. Mentre cercavo le parole giuste per interloquire, mi sentii dire: “Padre, quello che ha detto oggi durante la predica è stato per me come un pugno in un guanto di velluto. Sono stato molto scosso dalle sue parole”. Dopo quel giorno, cominciò a venire a messa regolarmente, ogni domenica: seduto in fondo alla chiesa, rimaneva dall’inizio alla fine della celebrazione. Aveva cominciato anche a fare la comunione.

Tutta la vita quell’uomo aveva cercato una luce che, attraverso le mie povere parole, lo aveva raggiunto proprio nell’ultima ora della sua esistenza

Dopo circa un anno e mezzo, dall’oggi al domani, non lo vidi più. Mi mancava.

La sua assenza fisica sembrava impoverire tutta la comunità. Preoccupato per questo improvviso allontanamento, che si protraeva ormai da qualche settimana, iniziai a chiedere in giro che fine avesse fatto. Una parrocchiana, amica di una parente dell’uomo, mi disse che era morto. Lo immaginai sorridente nelle braccia di Dio.

Tutta la vita quell’uomo aveva cercato una luce e una unità che, in modo misterioso, attraverso le mie povere parole, lo aveva raggiunto proprio nell’ultima ora della sua esistenza. Un regalo di Natale. Davvero il Signore opera miracoli e non c’è lontananza, distanza di età, di spazio o di tempo che possa limitare la sua grazia. 

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