Pochi giorni dopo il mio arrivo in Colombia, mi è stato chiesto di andare a insegnare Religione in una scuola elementare. Anche se all’inizio ero intimorito, ho accettato la proposta e ho iniziato a pensare a che cosa potevo dire a bambini così piccoli per fare sì che conoscessero un po’ di più Gesù. Ma sono bastate poche settimane per capire che non sono io che porto Cristo a questi ragazzi. Piuttosto, è Lui che, mandandomi a scuola, mi viene incontro e si fa conoscere attraverso i rapporti con gli studenti e con gli altri professori.
Un giorno, durante il laboratorio di Ecologia, parlavamo dell’origine del mondo. Stavo raccontando ai bambini dei sette giorni della creazione e soprattutto spiegavo loro che tutto è stato fatto per l’uomo, affinché possa incontrare Dio ed essere pienamente felice. Dicevo che l’essere umano è la parte più importante dell’universo, tanto è vero che con la sua creazione l’opera è compiuta e il settimo giorno Dio riposa: un Dio che si riposa perché si è stancato, infatti, sarebbe poco plausibile. A un certo punto, si avvicina un bambino di otto anni e mi chiede: “Maestro, come fai a sapere queste cose?”. La sua domanda mi ha fatto rendere conto della fortuna che abbiamo noi cristiani. Conosciamo la verità delle cose non per una nostra particolare bravura o intelligenza ma semplicemente perché abbiamo avuto la grazia di incontrare Cristo che ci rivela la verità di noi stessi e del mondo, attraverso l’insegnamento della Chiesa e delle Sacre Scritture.
Spesso, trascorro la pausa pranzo chiacchierando con una professoressa di Matematica di fede protestante. Un giorno, abbiamo cominciato a parlare di Maria, argomento riguardo al quale esistono diverse differenze tra cattolici e protestanti. Lei mi spiegava che per loro la Madonna è importante in quanto madre di Gesù, ma non la pregano. Dal momento che conosce buona parte del Vangelo a memoria, nel tentativo di esprimerle le ragioni per cui noi cattolici ci rivolgiamo a Lei nella preghiera, le ho citato le parole pronunciate da Gesù sulla croce: Donna, ecco tuo figlio, figlio, ecco tua madre. Questo dialogo mi ha aiutato a riconoscere la profonda umanità del cattolicesimo e la piena corrispondenza di Cristo con le esigenze più vere del mio cuore. Egli ci ha infatti rivelato Dio come padre e ci ha donato Maria come madre.
Credevo che sarei andato in missione per portare Dio alle persone che mi avrebbe fatto incontrare. Sto invece sperimentando che, attraverso loro, è Lui che mi viene incontro.
Nell’immagine, Andrea La Piana durante un momento di giochi con i bambini del catechismo.