A Budapest, in università : tutto è occasione per conoscere Cristo

Un paio di giorni fa si discuteva animatamente con alcuni giovani universitari del clima agnostico in cui viviamo. Qui, per citare la famosa massima di Cornelio Fabro, «Dio, se c’è, non c’entra». Non era una conversazione puramente accademica perché ciascuno parlava di sé e delle persone care. «Come è possibile – dicevano alcuni – che colui che amo sia indifferente a ciò che ho di più caro nella vita? Come far sì che gli altri si appassionino a Cristo così come è successo a noi?»,
Una ragazza ha subito sottolineato che il suo fidanzato è non credente. Si tratta di una persona buona e pacata, mentre lei è spesso ansiosa e si preoccupa per niente. Diceva che forse dovrebbe sforzarsi di essere più buona ed equilibrata così da mostrare il primato del credente sull’agnostico! Un’altra ragazza che veniva per la prima volta è intervenuta citando questa frase: «Il vero testimone non è tanto l’uomo buono quanto l’uomo nuovo». Dentro di me pensavo alla verità di quelle parole. Lasciarsi inabitare dallo Spirito e non sentirsi mai soli perché Cristo vive in noi e nei fratelli più vicini: questa è la certezza che vince il mondo al di là di ogni nostra capacità!
Quando vado in università mi trovo immerso in un contesto di giovani per i quali tutto è interessante, tranne Cristo e la Chiesa. La lamentela cede il passo alla letizia quando penso a chi mi ha scelto per essere suo testimone in questo luogo. Camminando col colletto bianco per i corridoi suscito le reazioni più diverse: sospetto, insofferenza, curiosità. Ma anche rispetto e simpatia, finché con qualcuno mi fermo a scambiare due parole e nascono così dei rapporti che talvolta portano alla vita di fede e ai sacramenti. Tutto è occasione per conoscere Cristo. Quando ricevo indifferenza e rifiuto per il fatto di essere sacerdote, penso che anche a Gesù è successo lo stesso. Anche in questa occasione sono con Lui e per Lui.
Una decina di giorni fa ho parlato una mattina con una ragazza che voleva essere battezzata. Sono sgorgate lacrime di gratitudine, abbracci, commozione… Il pomeriggio mi scrive una mail dicendo di aver letto su internet che i cattolici devono andare a messa tutte le domeniche. Ritenendolo un impegno troppo pesante, esce dal gruppo di preparazione ai sacramenti prima ancora di esservi entrata! Ma anche Gesù si imbatteva nei facili entusiasmi di chi mette la mano all’aratro e poi volge lo sguardo indietro.
Quando incontro qualcuno che cerca Dio sinceramente, si converte e aderisce alla Chiesa, giubilo perché lo Spirito Santo ha aperto loro il cuore, prima di ogni mio merito e iniziativa. Per esempio Péter che, dopo avere letto alcune pagine de Il senso religioso, mi dice: «È vero che il cuore trova la sua vera soddisfazione solo in Dio! Quand’ero bambino mia nonna mi raccontava le storie dei santi e della Bibbia, e dicevo che anch’io volevo vedere Dio! Che bello riscoprire ciò che conta veramente!».
Gesù gioiva quando qualcuno lo cercava e lo riconosceva. Sono grato di poter partecipare anch’io della sua gioia, del Verbo che si fa carne per incontrare gli uomini e portare loro la lieta novella.

(Foto Moyan Brenn.)

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