Nel mese di maggio finisce il programma triennale di aiuto economico al Portogallo da parte della cosiddetta troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea). Sicuramente è questa la prima questione che emerge oggi quando si pensa all’Europa da quest’angolo che guarda verso l’Atlantico. La fine di questo programma è vista da tutti come una liberazione: da quelli di sinistra, perché l’uscita potrà significare una maggiore autonomia dello Stato; da quelli di destra, perché si potrà tornare al mercato del liberalismo economico.
Da queste parti raramente si sente dire che la crisi del Portogallo e dell’Europa non è solo economica, ma soprattutto umana. È una crisi di fiducia nel presente e di speranza nel futuro. Per dare un esempio significativo, negli ultimi dieci anni la nostra parrocchia di Alverca ha sofferto una diminuzione eclatante nel numero di matrimoni: da circa 140 celebrati nel 2000, l’anno scorso siamo arrivati al minimo storico di 20. E non sono solo i matrimoni religiosi a scendere: in generale, anche le unioni civili sono radicalmente diminuite. Questo perché non si crede più al valore dei rapporti stabili, alla possibilità della comunione, a niente che possa durare per tutta la vita.
Si dice che gli studenti Erasmus, che con i programmi di scambio conoscono le altre nazioni e culture dell’Europa, abbiano contribuito alla costruzione di una mentalità comune europea più di tutti i burocrati di Bruxelles. Penso che le Giornate Mondiali della Gioventù e altri pellegrinaggi ed eventi internazionali organizzati dalla Chiesa hanno e avranno un ruolo fondamentale nel processo di ridefinizione delle frontiere e di ciò che ci unisce. Nella mia esperienza personale, sono stati questi gesti la possibilità di una maggiore comprensione dello spirito cristiano che ha dato origine al desiderio di unità tra le attuali nazioni europee. Nella pluralità di lingue e culture, storie e identità, il cristianesimo offre un fattore che unisce tutti gli uomini al di sopra delle differenze.
Il nuovo Patriarca di Lisbona, D. Manuel Clemente, ha indetto un Sinodo diocesano per il prossimo anno dal titolo «Rinnovare la gioia di evangelizzare». Seguendo le linee e i temi della prima esortazione di papa Francesco, vuole indicare che soltanto la Chiesa può riallacciare i veri rapporti tra le persone e le nazioni. Solo superando la crisi dello spirito comunitario, saremo in grado di affrontare le sfide di una società sempre più complessa con speranza e gioia.
(foto Francisco Feijó Delgado).
La gioia di evangelizzare
Dal Portogallo uno sguardo sulla crisi umana dei giorni nostri. L’Europa ha bisogno della speranza che solo lo spirito cristiano può donare.