Don Giussani è stato la persona decisiva che ha aperto la mia mente e il mio cuore agli orizzonti del mondo e della Chiesa. Se dovessi dire in estrema sintesi la ragione di maggior gratitudine che ho verso di lui, direi proprio questo: egli mi ha fatto innamorare di Cristo e della Chiesa. Non mi ha presentato un Dio chiuso in un passato irraggiungibile. Mi ha indicato Cristo presente nella comunione di chi oggi si lascia raggiungere da lui. Ha spalancato la mia umanità di ragazzo silenzioso e riservato alla conoscenza dell’uomo, dell’arte, della musica, della poesia. Mi ha insegnato che cosa vuol dire accompagnare le persone, aiutarle a crescere e a fiorire, senza mai sostituirsi a loro. In lui ho visto la possibilità di valorizzare tutto e tutti nelle loro diversità. Mi ha riempito di curiosità per tutto, perché mi ha riempito di curiosità per Cristo. Egli, che era un grande comunicatore, mi ha trasmesso la passione per il rapporto personale con gli uomini e l’urgenza di far conoscere a tutti Gesù, l’unica risposta a quella sete di infinito che abita il cuore di ogni uomo e che don Giussani non smetteva di alimentare in chi gli stava vicino.
Se uno volesse conoscere chi è stato don Giussani dovrebbe sì leggere i suoi scritti, studiarne la vita, ma, assieme a tutto questo, dovrebbe soprattutto guardare a ciò che di lui vive tra noi, a ciò che da lui è nato, alla vita del Movimento nelle sue molteplici espressioni. Don Giussani muove ancor oggi tante persone, moltissime delle quali non lo hanno conosciuto direttamente. Come è possibile questo? Cosa permette a don Giussani di vivere ancora?
Egli si è affidato allo Spirito di Dio: ciò che da lui è nato è germogliato e cresciuto dalla sua obbedienza a Cristo. Solo obbedendo a Dio ed entrando nella sua volontà possiamo addentrarci nel segreto della vita che non muore. Solo così le nostre opere e la nostra vita possono portare un frutto che rimane e che può fecondare la vita di altri. Don Giussani è un luminoso testimone di tutto questo.
Stando accanto a lui ho visto che la sua fede rocciosa era l’unica vera luce per comprendere la realtà, per imparare ad obbedire a Dio, ad entrare nella vita di Cristo. Ecco la ragione più profonda per cui possiamo affermare che don Giussani vive ancora: perché si è lasciato prendere da Cristo che è il vivente (cfr. Ap 1,18).
Massimo Camisasca con Luigi Giussani sul Lago Maggiore, nel 1990.