Recentemente è stato prodotto un docufilm sulla vita di Madre Teresa di Calcutta. Di lei è noto il profondo amore per i più poveri dei poveri, nei quali riconosceva Cristo crocifisso e bisognoso di essere servito e amato, come lo stesso Gesù le aveva rivelato. In loro Madre Teresa vedeva Cristo risplendere come vincitore e, forse proprio da questa regalità, scaturiva in lei una schiettezza gentile, che la portava a dire la verità con carità, senza fare male. Abbiamo voluto proporre questo documentario a un gruppo di giovani lavoratori della nostra comunità di Comunione e Liberazione di Nairobi, coi quali di tanto in tanto ci troviamo il sabato sera per un film a casa nostra. Alle tre del pomeriggio alcuni di loro sono arrivati per preparare la cena con pizza, mandazi e african chai, mentre nella sala adiacente alla cucina un altro gruppetto scaldava l’atmosfera con canti di tutti i tipi.
“Non amo soffrire, ma recentemente ho scoperto che la santità è per tutti”.
Alle 18:30 comincia il film: Madre Teresa parla prima con gesti e poi, in modo molto deciso, anche con parole. Non è da sola nel suo incontro con gli uomini. L’accompagnano le sue sorelle, poi i sacerdoti e i consacrati del suo ordine, e perfino il Santo Padre, Giovanni Paolo II, che le chiede di andare ovunque e di raggiungere i luoghi dove lui non può andare. In casa nostra cala un silenzio bello e intenso. Dopo non molto scende anche qualche lacrima, tanto che, a luci accese, la discussione fatica a partire.
Scorgo sul volto di Jeff, un nostro amico disabile grave, un grande sorriso e gli chiedo se il film gli è piaciuto. “Moltissimo”, risponde senza esitazione. Poi Frank pone una domanda semplice ma con il desiderio di capire di più: “Perché avete deciso di farci vedere questo film?”. Semplicemente ci siamo rese conto di essere cresciute con Madre Teresa e con Giovanni Paolo II e che la testimonianza della loro radicalità andava condivisa. Edna offre un contributo decisivo: “Per me non è difficile aiutare le persone bisognose, ma durante il film mi sono chiesta se guardo con lo stesso amore i miei genitori e i membri della mia famiglia”. Infine, Alex: “Non amo vedere film sulla sofferenza, non amo soffrire, ma recentemente ho scoperto, come anche questo film testimonia, che la santità è per tutti”.
Al film seguono la cena e il canto finale, poi tutti vanno a casa. Non sappiamo cosa c’è ora nel cuore di questi giovani, ma siamo certe che Alex ha proprio ragione.