È una gioia imparare dalla Chiesa che non siamo destinati alla morte ma all’eternità. È una gioia quando tocchiamo l’eterno nelle amicizie che il Signore ci dona, o quando scopriamo nella preghiera quel luogo pieno di pace, dove possiamo dialogare intimamente con Dio. Si tratta di un luogo lontano dalle ansie e dal frastuono del mondo, un luogo di ritiro e di solitudine dove l’amore del Padre ci tocca in modo del tutto speciale, dove assaporiamo una felicità ineffabile.
Sembra paradossale, ma per amare fino in fondo i fratelli dobbiamo ritirarci nella solitudine della preghiera. Abbiamo bisogno che il Signore guarisca le nostre ferite, altrimenti le vampe dell’ira e della tristezza finiscono per vincerci. Abbiamo bisogno della sua luce per non essere ingannati dall’orgoglio che ci spinge ad adorare noi stessi e a usare gli altri per appagare la nostra fame di potere e di piacere. Abbiamo bisogno della grazia divina perché siamo deboli e fragili.
Quando usciamo dal ritiro della preghiera, invece di essere ripiegati sui nostri dolori e sulle nostre ferite, riusciamo ad accogliere i nostri fratelli con una pace e una gioia di cui da soli non saremmo mai capaci. Iniziamo così a intravedere – anche se confusamente – «la nuova Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21,2).
Ma è realmente possibile anche a noi trovare la strada per il cielo?
Sì, se ci facciamo guidare da chi conosce la strada.
Scritti per noi dagli antichi profeti e interpretati alla luce dell’insegnamento di Gesù i salmi ci conducono a quel luogo pieno di gioia e di pace che è la comunione con Dio e con i fratelli.
estratto da:
Gianluca Attanasio
Un luogo pieno di pace
I salmi: un cammino per tutti
EMP 2022
Nella foto, seminaristi cantano nella cappella della casa di formazione, a Roma.