Maria fu tutta sì

La Madonna si rivolgeva a Dio con totale apertura, senza alcuna paura.

Particolare della «Madonna Advocavata – Aghiosoritissa», sec. XI (Palazzo Barberini, Roma).

Fermiamoci a guardare per un momento la persona della Madonna.
Guardiamola mentre cresce senza peccato, accompagnata dai suoi genitori. Contempliamo il suo amore per Giuseppe e la sua convivenza con lui. Guardiamo il rapporto che nasce tra lei e i discepoli di suo Figlio, a partire dai primi che Gesù comincia a invitare a casa sua. Guardiamola mentre serve, camminando sulle strade della Palestina tra le donne che seguono Gesù nei suoi viaggi.
Che cosa vediamo? Vediamo che Dio ha voluto legare alla persona di Maria una speciale forza di santificazione. Ovunque Maria ha agevolato il cammino delle persone che la incontravano verso la piena verità di loro stesse. Lo ha fatto con un’autorevolezza discreta, che è andata via via imponendosi, soprattutto per il rapporto che mostrava di avere con suo Figlio e con Dio. Fino ai giorni della Pentecoste, in cui la troviamo al centro della preghiera di tutta la comunità cristiana radunata a Gerusalemme.
Pregare con Maria aiutava a pregare anche gli apostoli, anche i più intimi, come Giovanni. Nessuno ha mai pregato come lei. La Madonna si rivolgeva a Dio con totale apertura, senza il minimo riflesso di quella paura che talvolta spinge noi a nasconderci dal Suo sguardo. Maria era tutta attesa, tutta domanda e confidenza. Nel suo dialogo con Dio era senza difese, completamente abbandonata.
Deve essere stato bello pregare con lei, come è bello adesso farsi aiutare da lei a pregare.
Confidenza disarmata, abbandono: se guardiamo a Maria, queste parole diventano sinonimi di forza. Ce lo conferma la prima parola che la Bibbia pronuncia su di lei, una profezia bellicosa: Io porrò inimicizia fra te e la donna, dice Dio al serpente.
Maria fu tutta sì. E perciò fu tutta no.
Radicale fu la sua amicizia con Dio, costante e indefettibile la sua preferenza per ciò che è santo. Maria fu un sì chiaro anche agli uomini e alle cose, nell’ordine stabilito da Dio. Maria ha amato profondamente quest’ordine. Altrettanto radicale fu perciò la sua inimicizia verso il disordine e verso il perturbatore dell’ordine di Dio, verso il Nemico. Su questo lato, Maria fu sempre e solo un no.
Dal racconto dei vangeli e dal libro dell’Apocalisse sappiamo che Maria ha sofferto per questo. Ha sofferto per il male, per la debolezza e la corruzione dei cuori e dei rapporti. Ha compatito la sofferenza che il nostro cedimento al male comporta. Il suo cuore ha accolto tutto questo dolore in sé, partecipando sempre più pienamente alla missione di suo Figlio. Ha pagato con Lui il prezzo del perdono.
La positività totale di Maria e la sua inimicizia altrettanto totale trasmettono agli uomini sicurezza e speranza.

La Madonna si rivolgeva a Dio con totale apertura, senza alcuna paura.


Maria sta. Sta per il bene, sta contro il male. La sua santità la rende lieta e sicura, laboriosamente impegnata per il bene dell’altro, attenta, accogliente, premurosa, sempre pronta a perdonare, piena di fiducia verso tutti, capace di compatire, pronta a intercedere per tutti presso il Figlio e presso il Padre.
Ecco la forza di santificazione che cambiava chi viveva vicino a lei e che cambia anche noi oggi.
Guardare a Maria ci aiuta, perché la nostra vita è chiamata a rispecchiare tanto il suo sì quanto il suo no. Cristo ci vuole nel mondo come ha voluto sua Madre, simili a lei. Ci vuole comunicare la forza di santificazione che è propria della Madonna, perché ne siamo anche noi un riflesso nel mondo. Desidera per noi l’ampiezza del cuore di Maria, perché i disorientati trovino riparo sotto il nostro sguardo buono, carico di speranza e di perdono; perché i bambini e i giovani incontrino in noi padri e madri che aprano loro la strada del rapporto con Dio; perché chi per grazia vive già di Lui, incontri nella nostra testimonianza un sostegno alla sua fede; perché la preghiera delle nostre case tenga lontano il maligno dai quartieri in cui abitiamo; perché la comunione vissuta tra noi sia un segno per il popolo che ci è affidato.

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