Dal buio della sofferenza a uno spiraglio di pace: l’offerta della malattia offre un anticipo di Paradiso.

Un paio di anni fa, a Roma, ho fatto l’incontro che più mi ha reso certo del Paradiso. Sono entrato in una casa per la benedizione delle famiglie, nella nostra parrocchia della Magliana. Mi hanno discretamente invitato a passare nella camera da letto, dove giaceva una signora che aveva superato la mezza età, senza capelli e con il volto gonfio. Il marito e le figlie stavano fuori dalla stanza. Uno sguardo e poco più per capire che si trattava di un tumore in fase terminale. Dopo l’impaccio iniziale e due striminzite parole di conforto, le ho detto che sarei tornato a farle visita. Dai familiari ho appreso lo stato di paura angosciosa in cui ella si trovava: le due figlie la seguivano 24 ore su 24, mettendo a rischio il posto di lavoro, trascurando mariti e figli, tanto era profondo il suo bisogno di un sostegno. La volta successiva sono tornato con un piccolo regalo: una corona del rosario. Le ho ricordato come si diceva e abbiamo pregato assieme. Nella terza visita la confessione e la comunione e poi, con l’aggravarsi della malattia, l’unzione degli infermi.
Pochi giorni prima che morisse sono andato ancora a trovarla, questa volta solo per salutarla, da amico. Ancora ben cosciente, non appena mi ha visto mi ha anticipato: «Tu in questa casa non sei entrato per caso: è stato Dio a mandarti da me perché potessi accettare questa malattia per amore a Lui». Mi sono reso conto della pacificazione profonda che il volto e le sue parole esprimevano. Incuriosito, ho voluto saperne di più dai familiari. Il rosario era diventata la compagnia più cara che aveva e, da alcuni giorni, aveva invitato le figlie ad allontanarsi, a riprendere la loro vita, il lavoro, la famiglia, perché «non ho più paura di quello che accadrà: sono in pace con Dio e so che ora mi aspetta in un luogo meraviglioso». Ho visto in quella casa tutta la potenza trasformatrice dell’incontro con Cristo: dal buio di un dolore senza speranza a un misterioso, ma reale, spiraglio di luce e di pace.

(Foto Dorli Photography).

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