Tre giorni di convivenza con le JPII Families, sulle Montagne Rocciose, col desiderio di crescere nel cammino verso la santità.

La nostra parrocchia di Broomfield è formata da tante famiglie giovani. Un paio di anni fa, ragionando con i nostri sacerdoti, abbiamo condiviso l’esigenza di accompagnare e sostenere queste famiglie nella loro vocazione alla santità. Sono nate così le JPII Families, le famiglie di Giovanni Paolo II: una proposta pensata per loro, con una regola di vita che possa donare argini chiari in cui camminare insieme, aiutate anche dai sacerdoti della San Carlo qui in missione e da noi. La regola comprende momenti di preghiera e silenzio, incontri tra moglie e marito su un tema specifico, dialoghi tra le coppie dei piccoli gruppi in cui si sono divise le famiglie, affinché si diventi «una reale comunità di amici in Cristo», come si legge nella regola. A ciò si aggiungono anche momenti di convivenza e una vacanzina estiva, per spendere tempo insieme, cercando di vivere la chiamata cristiana alla santità.
È proprio l’estate scorsa che, con Marilù e Jennifer, ho partecipato alla vacanzina di tre giorni di uno dei gruppi. Le sei famiglie che ne fanno parte hanno affittato nelle nostre belle Rocky Mountains una casa abbastanza grande da ospitare famiglie e suore, con ampia cucina e sala da pranzo in comune. Era la prima volta che si lanciavano nell’avventura di condividere alcuni giorni insieme, ciascuna con i propri ritmi e le proprie abitudini, e con qualche timore per la vita comune. Il desiderio di seguire l’oggettività della proposta per la vita di quei giorni ha, però, aperto i cuori a ciò che il Signore aveva preparato per ciascuno, svelando grazie inaspettate. Ogni giornata iniziava con la preghiera di un salmo, accompagnata da un canto, una lettura e una preghiera. È stato bello veder partecipare anche i bambini presenti. Ciascuna famiglia, poi, era responsabile dei pasti della giornata: la coppia che, alzandosi molto presto, aveva preparato la colazione per tutti è stata gratificata e rallegrata dallo stupore dei bambini davanti ai pancakes con la Nutella, per di più “fatti gratis”, come ha specificato uno dei bambini più vivaci! Cucinare insieme, preparare la tavola, pulire e sistemare sono stati gesti semplici di cura alla bellezza, e occasione di condivisione e conoscenza reciproca.
Durante il giorno, poi, c’è stato tempo e spazio per una gita insieme a uno degli altri gruppi delle JPII Families, con messa sulla cima celebrata da don Matteo, canti, giochi e tornei di carte, chiacchierate tra le mamme e dopocena con il sigaro per i papà. Un segno molto bello della letizia, della verità e della bontà di quei giorni per la vita di ciascuno è stato il fatto che i bambini, guidati dalle sorelle più grandi, hanno preparato ogni giorno scenette per raccontare qualcosa di buffo che era accaduto, prendendo in giro i genitori, don Matteo e noi suore.
Chi userebbe tre giorni delle proprie vacanze, alzandosi all’alba per preparare i pancakes per gente quasi sconosciuta, se non fosse per il desiderio di crescere, camminare e farsi accompagnare nel cammino alla santità? Adesso che l’anno è cominciato, partecipando insieme alle mie sorelle agli incontri mensili di uno dei gruppi, mi colpisce vedere la carità vissuta tra le famiglie, il senso di comunità e di affezione che cresce. È un’esperienza ancora agli inizi, e dell’inizio ha tutto l’entusiasmo. Ma emerge la serietà con cui queste famiglie stanno provando a seguire la proposta, lasciandosi provocare e dimostrandosi disposte a cambiare le proprie abitudini per camminare nella sequela di Cristo, che ha la pretesa di dire una parola su ogni aspetto della vita.

 

Suor Teresa durante una gita sulle Rocky Mountains con la comunità di Broomfield (Colorado, Usa). 

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