Lo spettacolo più bello è scoprire che ogni uomo è atteso e cercato da Dio.

Dall’inizio dell’anno, insieme a suor Federica, ci siamo unite alla caritativa che don Michele fa con gli universitari della parrocchia della Magliana. Ogni quindici giorni, la domenica, i ragazzi si trovano per cucinare e portare del cibo, sotto i portici di San Pietro, agli uomini che vivono per strada. Queste sere buie e fredde a San Pietro, incredibilmente, sono state tra le più belle della mia vita. Ho cominciato a scoprire una bellezza che niente può cancellare, neanche l’angolo più oscuro del male. Mentre cammino per le strade, spesso mi tornano in mente le parole di Sophie Scholl, la studentessa della Rosa Bianca condannata a morte per la sua opposizione al nazismo: «Se guardo le persone intorno a me, e anche me stessa, mi pervade un profondo rispetto per l’uomo, perché Dio è sceso sulla terra a causa sua. D’altra parte, questa cosa mi è sempre più incomprensibile. Sì, ciò che io meno comprendo di Dio è il suo amore. Ma cosa farei se non lo conoscessi, questo amore?».
Di tutti gli incontri che ho fatto con le persone senzatetto, mi hanno colpito soprattutto quelli con Adam e Michele, con i quali sta nascendo un’amicizia. Sono due polacchi, si sono conosciuti per strada: Michele ha uno spirito missionario, vuole far conoscere a tutti l’amore che gli ha travolto la vita. Adam è un artista girovago che da anni vive per strada. Mi hanno raccontato la loro storia davanti ad un tè caldo. Solo dopo un po’ di tempo, Adam si è tolto il cappuccio e ci ha fatto vedere il suo volto: lo sguardo è quello di un uomo ferito ma buono. Ci ha mostrato i suoi disegni, poi ha ripetuto il suo nome: “Sono Adam, come il primo uomo, come l’uomo del primo peccato”. Così, ci ha spalancato il dolore, la ferita e la vergogna che si porta addosso. L’appuntamento con lui cade ogni quindici giorni e rivederlo è per me una festa: mi ricorda che la mia vita è stata amata fino in fondo dai padri e dalle madri che Dio mi ha donato. Con stupore mi rendo conto che Adam è davvero il primo uomo: il primo peccatore ma anche la prima persona per cui Gesù ha dato la vita. Sotto i portici ci sono anche altri uomini: sono tristi e arrabbiati, non vogliono guardarci. Pensando di essere stati dimenticati anche da Dio, non si accorgono di essere attesi, cercati. Ogni volta, torniamo a casa piene di gratitudine e dolore. Soprattutto, con il desiderio che tutti possano conoscere l’amore di Cristo. Assistere alla ricerca amorosa di Dio per ogni uomo perduto, è il più bello degli spettacoli.

 

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