Don Andrea Barbero ci racconta come può rinascere la speranza anche dentro la malattia.

L’estate scorsa siamo andati in vacanza con la comunità del movimento di Cl della Repubblica Ceca. Hanno partecipato tante persone. Un mese e mezzo prima avevamo conosciuto una ragazza tramite una comune amica. Questa ragazza ha problemi psicologici. Don Stefano – con cui vivo a Praga, insieme a don Marco – l’ha presa a cuore e l’ha accompagnata negli ultimi tempi con grande carità. Dopo alcuni tentennamenti, è venuta alle vacanze. Durante l’assemblea finale ha preso la parola e, sorvolando un po’ sui propri problemi, ha detto con candore: «Questi sono stati i giorni più belli della mia vita».

Nella loro semplicità, quelle parole mi hanno fatto sperimentare di nuovo che la speranza avviene in un incontro. Chissà in quante terapie, in quante ipotesi di lavoro sui suoi problemi sarà incappata quella ragazza. Ma ha ricominciato a sperare incontrando qualcuno. La speranza non è un’analisi delle difficoltà, non è la ricerca di soluzioni. La speranza è un incontro, che conduce a scavalcare l’apparenza. Nell’incontro con la comunità, quella ragazza ha ricevuto la grazia di essere condotta oltre l’idea che “tu sei i problemi che hai”. La speranza ci porta oltre l’apparenza, ci fa capire che siamo più grandi delle nostre difficoltà.

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