San Bernardo è un Comune a sud-ovest di Santiago del Cile, e anche una diocesi a sé stante. La parrocchia Divino Maestro si trova al paradero, la fermata del bus 40 di Gran Avenida, una strada che taglia in verticale l’agglomerato urbano a sud di Santiago. In particolare, al paradero 40 c’è il santuario intitolato a Nostra Signora della Vittoria, che costituisce la chiesa più grande. A tre isolati dal santuario, c’è il tempio parrocchiale. Nel mezzo, la casa dei sacerdoti, al 207 della calle Diego Centeno. La parrocchia consta inoltre di altre quattro cappelle, ciascuna con una sua comunità: María de los Àngeles, Divina Providencia, Cristo Rey, N.S. di Lourdes.
Si tratta di un quartiere povero alla periferia della metropoli, caratterizzato da alti tassi di alcolismo, tossicodipendenza, analfabetismo. Molte le ragazze madri, tanti – purtroppo – i suicidi. Fino agli anni ’80, questa zona di San Bernardo era una baraccopoli, popolata da immigrati del sud che a poco a poco hanno innalzato muri e creato strade, fino a diventare parte della città. La Chiesa cattolica è una presenza rispettata e amata, che gode di uno spazio pubblico nutrito di processioni, feste, balli e altre manifestazioni di religiosità popolare.
La decisione di aprire una casa nella diocesi di San Bernardo è frutto di un invito ufficiale rivolto alla Fraternità da parte del vescovo locale, Juan Ignacio González Errázuriz, che aveva incontrato alcuni responsabili del movimento di Cl. La calorosa disponibilità del vescovo si è accordata con la possibilità di creare una casa a poca distanza da quella già esistente di Puente Alto, con tutti i vantaggi in termine di possibilità di comunione e aiuto reciproco.
Don Stefano Don, insieme a don Alessandro Camilli, sono arrivati in Cile a fine estate 2013. Dopo alcuni mesi nella Casa di Formazione, si sono trasferiti a San Bernardo a iniziare questa missione. Nel marzo 2014 sono entrati nella parrocchia alla presenza del vescovo. La stima del presule verso i sacerdoti si è tradotta in una vicinanza continua e in una presenza fisica nelle occasioni importanti, come la presentazione dei missionari al clero locale e la benedizione della nuova casa.
Per i due nuovi missionari in Cile, il primo anno è stato di osservazione e conoscenza delle diverse realtà della parrocchia. Tra i momenti più significativi, l’incarico di cappellano di Edudown (una fondazione non profit che si occupa del sostegno a famiglie di bimbi e ragazzi affetti da sindrome di Down ), affidato a padre Stefano, la valorizzazione della mensa di solidarietà per i poveri e la proposta di un cammino per i giovani della parrocchia.
La mensa dei poveri (comedor solidario) era nata pochi mesi prima dell’arrivo dei preti, per iniziativa dei coordinatori laici della parrocchia. “Nel 2010 – racconta Padre Alessandro -, il Cile fu colpito da un terremoto che, tra le altre cose, causò gravi danni alla chiesa parrocchiale. I coordinatori, insieme con altre persone della parrocchia, iniziarono a raccogliere fondi vendendo al mercato della zona cibi cucinati da loro. Ogni sabato, incontravano persone affamate. Pensarono allora di proporre mensilmente un pranzo per queste persone”.
Il patrono della mensa dei poveri è san Filippo Neri, che dava da mangiare ai bimbi poveri di Roma. Il rapporto con i giovani è un tratto distintivo della missione. La proposta di un cammino per i ragazzi dai 14 anni, fatto di incontri, passeggiate, caritative, giochi e film, è stata accolta positivamente e continua a dare frutti.
Oggi la casa è formata da Alessio Cottafava, Tommaso De Carlini e Stefano Peruzzo.