Santi cioè concreti

Quasi cento ragazzi in pellegrinaggio sulle Ande, seguendo le orme
di un santo sacerdote.

20240112 Asuncion Pellegrinaggio Villa Brochero 91
I giovani della parrocchia di San Rafael in cammino sulle Alturas de Cordoba (Argentina). 

Come ogni anno, per le vacanze estive, che in Paraguay sono a gennaio, abbiamo voluto proporre qualcosa di significativo ai nostri giovani della parrocchia di San Rafael ad Asunción. Il desiderio era fare un’esperienza dove non solo si potesse godere della bellezza del luogo ma anche sperimentare la concretezza della fede. Quindi abbiamo deciso di andare per la seconda volta in Argentina per fare un pellegrinaggio che qui chiamano el camino de san Brochero

José Gabriel del Rosario Brochero è stato un sacerdote argentino della seconda metà del XIX secolo, morto nel 1914, a poco meno di 74 anni. Fin dall’inizio del suo sacerdozio, si era dedicato con amore allo studio e all’approfondimento della vita spirituale, sotto la guida degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola. Il suo forte impeto missionario si era acceso incontrando i gauchos della regione montana di Córdoba. Per incontrare e testimoniare Cristo a questi rozzi allevatori di bestiame, sparsi tra le montagne e la pampa, don Brochero doveva muoversi per tutta la regione. Non essendoci infrastrutture per muoversi da un paese all’altro, o anche da una fattoria all’altra, dovette pianificare e tracciare lui stesso alcuni sentieri. Riuscì addirittura a far costruire un acquedotto per raggiungere un piccolo paese, che oggi viene chiamato non a caso Villa Brochero. 

La sua idea era che, se gli abitanti di quel luogo avessero avuto una condizione di vita migliore, se fossero stati accolti, sfamati, educati, allora si sarebbe potuta comunicare loro la fede. Con un linguaggio semplice e popolare, con una simpatia ineguagliabile, don Brochero era trasportato da un vero zelo per la salvezza delle anime di quelle persone che vivevano in maniera spesso indegna, a tratti simile a quella delle bestie che allevavano. La passione per l’uomo di don Brochero, la sua grande preparazione intellettuale, il desiderio di una vita spirituale solida, la certezza che quando è solo l’uomo si perde “nella montagna della vita”, hanno convinto papa Francesco, nel 2016, a canonizzare questo sacerdote e a portarlo all’onore degli altari. 

I passi della fede hanno a che vedere con le cose pratiche, non astratte

Addentrarsi nella vita dei santi, come abbiamo fatto noi lungo il cammino, significa educare gli aspetti più concreti della fede. Perché la fede è questo: una vita toccata e cambiata dalla presenza di Cristo. E i santi sono una testimonianza concreta del fatto che si può vivere così. Camminare e vivere nel presente, il sacrificio che nasce dall’amore, sono segni tangibili e perciò educativi: è stata questa la potenza del nostro pellegrinaggio. 

Abbiamo percorso 30 km di cammino a circa duemila metri di quota, partendo dalla cima delle Alturas de Córdoba per arrivare fino a Villa Brochero. Dietro a noi sacerdoti della Fraternità san Carlo, c’erano i quasi cento giovani che avevano aderito alla proposta. Un numero che conferma quanto ideali come la compagnia, lo studio condiviso, la conoscenza di Cristo siano ancora oggi attuali. 

Una ragazza, raccontando del sacrificio e della fatica del cammino, ha detto: “Non avevo mai vissuto un’esperienza che facesse nascere in me un desiderio così forte di caricarmi della croce dei miei amici”. Un altro ha raccontato: “Non voglio più vivere da solo, chiuso nella mia montagna. Voglio lasciarmi accompagnare e vincere le mie timidezze”. 

A mio parere, le vacanze con i ragazzi non possono puntare soltanto alla scoperta della persona e del suo destino. È necessario essere concreti sugli aspetti importanti della vita, come il valore del sacrificio e quello della comunità. Devono inoltre mostrare con chiarezza che i passi della fede hanno a che vedere con le cose pratiche, non astratte. È per questo che incontrare la vita di un santo, fare esperienza di ciò che lui ha vissuto, fare la fatica che egli stesso ha fatto per amore di Cristo e dell’uomo, è qualcosa di possibile ma solo nella quotidianità di un’amicizia che permette di abbracciare anche la fatica e il sacrificio dell’altro. 

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