La mostra «Nessuno genera se non è generato» è sbarcata in Austria. Nelle parole di alcuni illustri commentatori, il significato del «padre».

«Chi si inchina di fronte a Dio, non può fraintendere la propria autorità di padre, poiché egli stesso si riconosce sotto colui che di tutti è Padre». Con queste parole il Cardinal Schönborn ha inaugurato l’esposizione della mostra sul padre nel chiostro della nostra parrocchia a Vienna.

Ripensando agli incontri che hanno accompagnato la mostra lungo l’anno passato, l’insegnamento che ne è emerso è che un padre non è qualcuno di cui avere paura, ma è qualcuno insieme al quale si diventa grandi, perché egli ci avvicina a Colui che solo è grande.

Questa è stata anche l’esperienza che il Cardinale ci ha raccontato di aver compiuto con i suoi padri, con i suoi maestri. Primo fra questi il domenicano padre Hubert. Egli era un profondo conoscitore di san Tommaso d’Aquino e il giovane Schönborn, studente appena arrivato in Francia in un periodo in cui tutte le forme di autorità erano state bandite, andò da lui dicendogli: «Voglio conoscere san Tommaso, mi può dare lezioni private?». Ne seguì un’esperienza indimenticabile: per quattro anni, ogni settimana, due ore di lettura dei testi originali, semplicemente consegnandosi ad un maestro.

Potersi affidare senza paura e totalmente è stata anche l’esperienza di P. Leo Maasburg, direttore di Missio Austria. Egli ci ha raccontato che, quando visitò a Roma il vescovo Paul Hnilica per un’intervista, dopo dieci minuti questi gli chiese: «Leo, perché non vieni a Roma, scrivi qui la tua tesi, studi teologia e lavori per me?». La sua risposta fu subito sì: «Era chiaro che mi stava chiamando, chiamando nel nome di Dio». Qualche tempo dopo, Madre Teresa di Calcutta chiese al vescovo di cui lui era segretario di lasciarlo andare con lei, perché le suore avevano bisogno di un prete. Il vescovo acconsentì e disse: «Sì, al 50%». Madre Teresa chiese ancora una volta: «Come?». E il vescovo rispose: «Sì, al 50%». «Allora ho sentito bene», riprese lei: «due volte 50% significa 100%». Il vescovo lo lasciò andare. Leo voleva passare il Natale seguente a casa, ma il 20 dicembre riceve un fax da Madre Teresa: «Dear Father Leo, come immediately, bring everything, God bless you». Così raggiunge Madre Teresa a Mosca. Voleva portare con sé il suo nuovo computer portatile, allora una novità alla quale lui teneva molto, ma madre Teresa disse: «Better not, humble service». Non è stato facile. Non la rinuncia alla tecnologia, ma il servizio umile.

«Essere padre significa essere un ponte verso colui che solo è Padre, verso la casa del Padre. Questa è anche la missione: aiutare gli uomini ad accogliere la nostalgia nascosta nel loro cuore per una casa». Queste le parole di Otto Neubauer, direttore dell’Accademia per l’evangelizzazione e il dialogo di Vienna. «Quando mio padre – ci ha detto Neubauer – la domenica pomeriggio mi portava con sé a vedere se nei campi tutto era a posto, io gli facevo molte domande e la sua risposta spesso era: “È così, e questo è bene, non ti preoccupare”. Appartenere a qualcuno che ti dice: “Questo è bene”, è stato per me da bambino un’esperienza fondamentale per affrontare con fiducia la vita. Quanto più uno vuole avventurarsi nel mare della vita, tanto più grande deve essere il faro che gli ricorda dove ora si trova».

Uno dei partecipanti, dopo aver seguito gli interventi, ha significativamente commentato: «Ma allora i padri non mancano».

 

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