Giampiero Caruso, in missione a Mosca, è cappellano degli italiani residenti in Russia: ci racconta il cammino di Vera e il suo incontro con la Chiesa.

La comunità italiana a Mosca, di cui sono cappellano, non aveva un coro: c’era solo Vilja che suonava e intonava i canti della liturgia. Per l’educazione alla bellezza che ho ricevuto nel movimento e nella Fraternità San Carlo, vivevo con preoccupazione questa mancanza. Oltre a sollecitare i fedeli a dare la loro disponibilità per creare un coro, lo domandavo con insistenza anche al buon Dio. Non esagero se affermo che il piccolo coro che è nato qui ormai da un paio d’anni è realmente un dono del Signore: i suoi elementi sono comparsi per vie imprevedibili e sorprendenti. Tra loro, un giorno, è comparsa anche Vera.
Una domenica, credo fosse la primavera del 2015, mi sono avvicinato al coro per confermare i canti della messa e ho notato un volto nuovo, una ragazza. L’avevo già intravista, sempre seduta, quasi nascosta in fondo alla chiesa. Dall’apparenza intuivo che non fosse italiana. La salutai velocemente chiedendole come si chiamasse e aggiungendo che ero contento che avesse deciso di cantare con noi. Vera era russa ma parlava perfettamente l’italiano. Ricordo che in cuor mio pensai che anche lei fosse un dono mandato da Dio. Ma non ne avrei mai potuto immaginare l’ampiezza, più grande di ciò che io stesso avevo atteso e osato domandare. L’ironia di Dio!
Un giorno mi disse che desiderava parlarmi. La ricordo impaurita, con quel suo fisico che pareva al primo sguardo esile e fragile. Oggi, conoscendo Vera, so che in lei si nasconde un’anima potente, determinata. Mi disse che desiderava ricevere il battesimo. Le chiesi quali fossero le ragioni e perché si fosse rivolta ad un sacerdote cattolico, per di più della comunità italiana. Velocemente e con un filo di voce, anche in modo poco lineare, lei mi disse della famiglia atea, di una visita fatta anni prima alla chiesa cattolica di Santa Caterina, dove misteriosamente aveva intuito la presenza di Dio e si era sentita finalmente a casa, un sentimento fino a quel momento a lei sconosciuto. Mi confessò i suoi dubbi a proposito della possibilità di essere battezzata nella Chiesa cattolica, lei che era russa. Le risposi semplicemente che non era la nazionalità a determinare l’appartenenza alla Chiesa e le proposi una catechesi in cui lei avrebbe potuto verificare la veridicità di quello che desiderava.
Ricordando oggi quel momento, vedo quello che i miei occhi, per ignoranza e superficialità, allora non avevano visto. Vera era come la cerva che anela ai corsi d’acqua, la cui anima anela a Dio, ha sete di Dio, del Dio vivente. Nonostante la sua sincerità, la fedeltà e l’intelligenza, Vera ha dovuto attendere l’incontro con la Chiesa, con il popolo di Dio, per conoscere se stessa, per vedere il volto di quel Mistero che aveva intuito e che desiderava incontrare.
Gli incontri di catechesi, che tuttora continuano, sono stati realmente un cammino fatto insieme. Io ho potuto riscoprire come il buon Dio usi realmente di tutto per attrarre a sé chi vuole. Nel racconto della vita di Vera, è possibile toccare con mano che colui che opera nella vita è lo Spirito di Gesù. Vera Sofia – il nome di battesimo – il 19 marzo scorso ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana durante la messa celebrata da Sua Eccellenza l’arcivescovo Paolo Pezzi in visita alla comunità italiana a Mosca.
Spesso mi domando per quale ragione Dio l’abbia mandata a me, che cosa Cristo mi stia dicendo attraverso questo incontro: certamente che il suo Spirito soffia dove e come vuole. L’uomo che incontro porta in sé tutta una storia misteriosa, già abitata da Cristo. Vera Sofia mi ha fatto capire di nuovo che l’uomo è un mistero profondo e occorre accostarlo con infinito e tremante rispetto, come fece Mosè davanti al roveto ardente: Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”.

giampiero caruso

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