Liberi, per che cosa? Con questo titolo, il Meeting del Reno, che si è svolto a Colonia dal 26 al 28 febbraio, ha affrontato domande cruciali: come usiamo la nostra libertà? Come viviamo la nostra vita, il lavoro e i rapporti? Attraverso esperienze e testimonianze, il Meeting ha affrontato il tema della libertà nelle sue diverse implicazioni e sfaccettature. All’origine di questo evento, giunto ormai alla terza edizione, c’è la passione per l’umano nata grazie all’incontro con il carisma di don Giussani e testimoniata dagli organizzatori, guidati da don Gianluca Carlin, dai collaboratori, da chi partecipa all’evento. Ai volontari, giunti da ogni parte della Germania, nell’incontro che ha preceduto l’inizio del Meeting, don Lorenzo Di Pietro ha ricordato che “un cuore riconoscente sa fare bene il suo lavoro con gratuità”. Riconoscendo la gratuità di Dio e commossi da quanto ricevuto, infatti, possiamo mantenere lo stesso sguardo sugli altri.
Tra i relatori del Meeting, abbiamo ascoltato il professor Ahmad Karimi del Centro per gli Studi islamici dell’università di Münster, arrivato a tredici anni in Germania come profugo dall’Afghanistan, raccontare la svolta avvenuta nella sua vita quando si è visto guardare da uomo e non da profugo. Il dottor Adolf Diefenhardt, medico missionario in Africa, e Stephan Neuhoff, ex direttore dei vigili del fuoco di Colonia e padre di undici figli, hanno testimoniato la loro fede salda e profonda in Dio. I giornalisti John Waters e Ronald Reno si sono interrogati su come si possa essere veramente liberi in un mondo dove libertà significa solo fare ciò che si vuole. Il cardinale Müller, Prefetto della Congregazione per la Fede, ci ha ricordato che la libertà dell’uomo trova la sua realizzazione nel momento in cui coopera con l’amore di Dio: “Seguire i comandamenti non significa essere meno liberi, ma elevarsi al volere e all’amore di Dio”. Infine, Friedrich Leopold Stolberg, Presidente della Corte d’Assise di Görlitz, e Frank Wendt, docente presso l’Istituto di Psichiatria forense di Berlino, si sono confrontati con la questione del rapporto tra Libertà e responsabilità della persona.
Questi intensi tre giorni all’insegna dell’esperienza e della cultura, in realtà, sono soltanto il trampolino di lancio per un fiorire di rapporti che si intensificano durante l’anno e continuano a testimoniare la passione per l’umano in questa terra di missione. Perché, come suggerisce il titolo della prossima edizione, tratto da una espressione di Albert Camus, «Ein Mensch zu sein, das interessiert mich!»: essere un uomo, questo mi interessa!
Una grande passione per l’umano
Libertà e responsabilità della persona al centro della terza edizione del Meeting del Reno