Studiare insieme per la preparazione agli esami diventa un luogo per riscoprire la vocazione e il rapporto con Dio: una testimonianza dal Cile

Contrariamente a quanto succede nell’emisfero boreale, la scuola in Cile finisce nel mese di dicembre, prima della pausa estiva. Per gli studenti che terminano le superiori, è un periodo di studio particolarmente intenso perché coincide con l’esame per accedere all’università, dove il punteggio è vincolante per alcune facoltà rispetto ad altre e per le borse di studio. Da diversi anni, proponiamo ai ragazzi di prepararsi insieme a questo esame, trascorrendo una settimana nel monastero delle Trappiste di Quilvo, a due ore di macchina da Santiago e lontani da tutto. L’ideale per non farsi sopraffare dalla tensione.
Ovviamente la maggior parte del tempo è dedicata allo studio individuale e in gruppi, ma si partecipa anche ad alcuni momenti della liturgia delle monache come la messa mattutina, le lodi e i vespri. Altro aspetto fondamentale che emerge in questi giorni, è il tema della vocazione con tutte le sue domande: qual è il mio posto nel mondo, come scelgo l’università, cosa c’entrano con me le necessità della Chiesa, è una strada che costruisco io o bisogna riconoscere qualcosa che Dio ha già preparato? Ci siamo fatti accompagnare da un paio di film, alcuni testi e dall’incontro con una monaca che ci ha raccontato di come lei aveva vissuto quel momento particolare della vita e ciò che era accaduto dopo.
A questa settimana di studio, è venuto anche Pedro [il nome è di fantasia ndr], che aveva ricevuto i sacramenti da bambino e si era poi allontanato dalla Chiesa. Non conosceva nessuno se non l’amica che lo aveva invitato, però si è dimostrato curioso, desideroso di conoscere tutto ciò in cui era immerso. L’ultimo giorno, durante il pranzo, ha raccontato che, oltre a studiare, questa settimana gli era servita per riallacciare la relazione con Dio che aveva messo da parte. Tornando a casa, poi, mi ha chiesto di partecipare alla vita della parrocchia e ha cominciato a lavorare al Comedor solidario e alla Colonia urbana. Il primo è l’appuntamento del sabato per diversi volontari della parrocchia. Ci si ritrova per fare colazione assieme e poi si cucina per offrire un pasto caldo ai senzatetto. Una volta finito di servire, è il momento del pranzo dei volontari. Alla fine, le pulizie. La Colonia urbana è il centro estivo che organizziamo le prime settimane di gennaio per i bambini: teatro, canti, laboratori e giochi. Gli animatori sono ragazzi liceali e universitari che donano parte delle vacanze per aiutare. In entrambi i casi, si tratta di impegni che comportano fatica e per i quali bisogna svegliarsi presto.
Pedro mi ha stupito perché la sua reazione alla settimana di studio in monastero è stata voler spendere tempo ed energie per la Chiesa e per gli altri. Dopo avere vissuto e intuito che Dio lo ha aspettato in questi anni di lontananza, ha voluto partecipare alla carità che Dio gli ha dimostrato. In modo semplice, mi ha ricordato che siamo capaci di voler bene agli altri e di dedicare loro tempo ed energie solamente se prima siamo coscienti che Dio ha fatto, e continua a fare, la stessa cosa con noi. Quello che dice Gesù nel vangelo: come io vi ho amati, così fate anche voi.

 

Una immagine della “Colonia urbana”, il centro estivo della parrocchia Divino Maestro a San Bernardo, Cile.

Leggi anche

Tutti gli articoli