Domenica 2 febbraio, ci siamo ritrovati al Santuario di Santa Maria della Noce a Inverigo, provincia di Como, in occasione delle Giornate missionarie dei sacerdoti della Fraternità San Carlo Borromeo, con lo scopo di farne conoscere l’opera e le missioni. E sostenerle, anche economicamente.
Abbiamo deciso, fin da subito, di coinvolgere tutte le comunità della zona, facendo una proposta molto semplice: testimonianza, messa e pranzo insieme. La grande disponibilità di tutti ci ha stupito fin da subito: ciascuno si è preso cura di un aspetto, mettendo a disposizione ciò che gli riusciva meglio, chi cucinando, chi preparando i canti, chi il momento di festa, chi la messa e chi spostando sedie e tavoli. Mentre il numero di adesioni cresceva oltre ogni aspettativa.
In una luminosa giornata di sole invernale, ci siamo così trovati, quasi in 600 persone tra bambini e adulti, ad ascoltare don Tommaso e don Daniele, in missione in Kenya, ammirando, attraverso un video da loro preparato, la bellezza della loro missione, con una scuola e un ospedale. Quando don Daniele, citando don Massimo Camisasca, fondatore della Fraternità San Carlo, ci ha detto che «la missione è l’espandersi naturale della nostra amicizia», guardandoci intorno abbiamo capito che non si trattava soltanto del racconto della sua vita, ma di una proposta rivolta a noi. Dopo la Messa: risotto, birra, canti e un momento di “frizzi” su ciò che avevamo appena ascoltato.
Le offerte raccolte sono state oltremodo generose, tanto da contribuire a rispondere ad alcune urgenti necessità della missione. Già durante l’incontro, infatti, don Daniele aveva parlato delle conseguenze della sospensione dei fondi dagli Stati Uniti come, per esempio, l’impossibilità di acquistare medicinali contro l’Aids, dal costo particolarmente significativo. Un’emergenza aggravata dal fatto che l’assunzione di questo genere di medicinali non può essere sospesa. Ma che è rientrata perché la spesa è stata integralmente coperta da una donazione straordinaria eseguita durante la Giornata missionaria. A colpirci, non è stata tanto l’entità della donazione, quanto, piuttosto, l’incondizionata e desiderabile disponibilità di cuore a dare immediatamente credito a quanto ci stavano testimoniando i due missionari. Una comunione di giudizio, di gesti e anche di beni.
La giornata è stata un dono grande. Qualcuno ha addirittura proposto di ripeterla ogni mese. Ma quello che ci ha insegnato – come testimoniano tante e-mail e messaggi ricevuti – è una gratitudine. Innanzitutto, per la presenza, stimata e amata, della Fraternità San Carlo, riferimento personale e comunitario di molti tra noi, compresi quanti vivono con essa rapporti di amicizia o aiuto all’interno di gruppi di Fraternità. E poi perché abbiamo fatto esperienza di quanto sia desiderabile per noi una vita di fraternità. Come dice don Giussani in Una rivoluzione di sé, la vita di ciascuno è chiamata ad «ascoltare e dipendere da un’autorevolezza che, come essenza, è nella comunione totale, nell’insieme della comunione. L’autorevolezza è tutta questa assemblea; il luogo dell’autorevolezza è tutta questa assemblea».
Che grazia e che bellezza poter dare tempo e denaro affinché nel mondo altre persone possano essere raggiunte da Cristo e non sentirsi più sole.
Gli amici di Comunione e Liberazione della Brianza