Insegno italiano all’Università Cattolica di Taipei da dieci anni. Tra i diversi corsi, ho anche due classi di conversazione con gli studenti del quarto anno, con temi e domande scelti da loro. A inizio anno li ho sfidati: “Da laureandi mi aspetto qualcosa di particolare, non solo per il livello dell’italiano, ma anche per maturità umana. Scegliete qualcosa che ritenete interessante da discutere con i compagni e con me. Scommetto su di voi!”. Sono stato ripagato con gli interessi.
Luna e Riccardo (questi i nomi italiani che si sono scelti al primo anno) hanno proposto il tema “conoscere se stessi”. Hanno chiesto: “Perché la maggior parte delle persone non conosce e non capisce se stessa?” Fiorenzo ha detto che mette sempre una maschera (oltre alla mascherina) perché la gente non accetterebbe i suoi lati oscuri. Abbiamo concluso che con i veri amici ci sentiamo liberi di togliere la maschera perché ci accettano pur conoscendo i nostri difetti. Libertà e verità vanno insieme, e nell’amicizia non fanno più paura.
Pamela e Sofia hanno parlato del significato delle religioni. Alcuni hanno detto che nei momenti dolorosi sentivano il bisogno di chiedere aiuto a qualcuno lassù. Fabiano, non cristiano, ha raccontato che al primo anno è andato a pregare Gesù nella cappella dell’università perché suo papà era andato a lavorare in Cina e non tornava più. Gli ho chiesto: “Perché proprio Gesù?”. “Perché secondo me è il più forte”. Sofia mi ha detto: “Ema, vogliamo sapere perché hai scelto di fare il prete”. Ho raccontato la mia storia in pochi minuti (visto che sono loro che dovrebbero parlare) ed erano molto commossi. Io però ero ancora più commosso, perché avevano capito l’italiano!
“Ci vorrebbe un amore che non finisse mai e che non facesse finire neppure tutti gli altri amori, giusto? Per me questo amore esiste ed è quello di Dio”.
In entrambe le classi sono partiti dal film Soul per parlare del senso della vita. Saverio mi ha chiesto: “Ema, qual è il senso della tua vita?”. Dopo qualche secondo ho detto: “L’amicizia con Dio e con le persone che lui mi dà”. Sono rimasti colpiti dalla parola “amicizia” in riferimento a Dio. L’ho usata consapevolmente al posto della parola “amore”, che è diventata ormai ambigua e astratta.
Un tema che mi è stato proposto per ben tre volte è quello della morte e dell’aldilà. Daria e Matilde hanno esordito così: “Nella nostra cultura la morte è un tabù, ma fa parte della vita e conoscere la morte ci aiuterebbe a capire meglio la vita”. In pratica hanno ribaltato il detto di Confucio: “Non conosci la vita, come puoi conoscere la morte?”. La mamma di Matilde è malata di tumore, per questo per lei è una questione così urgente.
Abbiamo affrontato poi della separazione che la morte comporta. Veronica ha detto: “Ho paura che la mia famiglia si dimentichi di me dopo la mia morte”. Rosanna ha detto: “Se c’è l’amore non si ha paura della morte”. Ho replicato: “L’amore aiuta ad affrontare questa paura. Ma se l’amore finisce con la morte, non è contradditorio?” Ho citato Gabriel Marcel: «Ama chi dice all’altro: tu non puoi morire». Ho proseguito: “Ci vorrebbe un amore che non finisse mai e che non facesse finire neppure tutti gli altri amori, giusto?” “Sì”. “Ma esiste?” Silenzio. Termino: “Per me questo amore esiste ed è quello di Dio”.
Anche l’immortalità è stata oggetto di discussione. Margherita e Loredana hanno chiesto: “L’immortalità è una cosa buona?”. Sorprendentemente, per nessuno era una cosa buona. I motivi? Se fosse disponibile, la gente farebbe la guerra per averla; non vorrei essere immortale se i miei cari dovessero morire; non vorrei ricordare le cose brutte ma solo quelle belle; vorrei vivere 200 anni per provare tante cose, ma tutto prima o poi annoia. Ho detto: “Ma se l’immortalità fosse data a tutti e gratuitamente, e se fosse una continua novità positiva, vi piacerebbe?” “Certo!” “Ragazzi, questa è la vita eterna che Gesù offre ad ognuno di noi in paradiso”.
Infine, alla domanda: “Se potessi vivere per sempre, cosa vorresti fare con così tanto tempo?”, Daria ha risposto: “Vorrei che Gesù mi parlasse per tutta l’eternità, perché secondo me ha delle storie bellissime da raccontare”. Per conferma le ho chiesto: “Sbaglio, o tu non sei cristiana?”. “Non lo sono”, risponde, “ma so che prima o poi mi farò battezzare!”.