Non dimenticate il desiderio

Proponiamo un estratto dal libro: A. Anastasio, M. Corradi, «Non dimenticate il desiderio. L’eredità di don Anas: dialoghi sul matrimonio»,

Jan van Eyck, «Ritratto dei coniugi Arnolfini», 1434

L’incontro con Gesù ci ha cambiato la vita. Egli si è posto come una realtà talmente grande da sconvolgere immediatamente tutto. […] Si tratta di un’esperienza che il mondo non conosce, è un fatto eccezionale che accade e che richiede un riconoscimento e una sequela. Il nostro cuore, colpito dal vero, vuole aderire. Ecco le ragioni dell’obbedienza cristiana: ci sentiamo chiamati attraverso la verità riconosciuta dal cuore, attraverso la verità di noi stessi così come essa emerge dalla vita nella quale il Signore ci coinvolge.
Vivere la vocazione significa obbedire alla chiamata di Dio e ai suoi segni concreti, cioè ai fatti provocati dalla verità di Cristo; significa aprirci con purezza e semplicità di cuore alla luce incontrata; significa accettare di realizzarci davvero, o – meglio – lasciare che un Altro ci realizzi. Per questo ripeto sempre che la vera ragione del matrimonio non è l’emozione, l’adesione a un riverbero affettivo, l’attaccamento alla misura dei sentimenti propri o del partner… no, ci si sposa per obbedienza alla storia iniziata da un Altro, domandando che tale storia prosegua e manifesti – per Sua grazia – molti frutti di bene. Questo criterio è importante per essere davvero liberi. Oggi è difficile trovare persone davvero libere. Quasi tutti sono ricattati dai loro stessi dubbi, dai loro pensieri, dalle loro misure, dagli alti e bassi dei loro sentimenti. Gli uomini del nostro tempo tendono a vivere incentrati su se stessi e non su ciò che c’è al di fuori, sui fatti, sulla realtà. Spesso anche noi, purtroppo, non facciamo eccezione. Di fatto escludiamo dall’orizzonte della nostra esistenza il Signore che ci è venuto incontro e che continua ad agire provocando gli accadimenti della nostra vita. […]

Ci si sposa per obbedienza alla storia iniziata da un Altro, domandando che tale storia prosegua e manifesti frutti di bene.

Certo, il riconoscimento iniziale non basta, occorre anche la permanenza. Essa è resa possibile dall’esperienza di crescita personale provocata proprio dal rapporto con l’altro. Cristo vi ha scelti e uniti non perché ciascuno di voi sia in grado di rispondere alle misure dell’altro – peraltro sempre mutevoli – o a chissà quali criteri di perfezione, ma affinché vi aiutiate reciprocamente a crescere nel rapporto con Lui, che è la vostra verità. E dovete ricordarvi che la vita cresce non solo in forza di ciò che attrae, ma anche attraverso ciò che fa fare fatica. […].
Affido alla Madonna la vostra volontà di adesione a Gesù nel matrimonio. Le parole pronunciate da Maria alle nozze di Cana siano per voi guida, consolazione, chiarezza di cammino, liberazione dalle angosce e dai dubbi. Seguendo il suo invito, fate tutto quello che il Signore vi dirà (cfr. Gv 2,5): soltanto il vigile abbandono a Lui vince l’angoscia che attacca ogni giorno il nostro cuore. Abbandonatevi con fiducia a Dio e troverete la pace della speranza.

Antonio Anastasio
Marina Corradi
Non dimenticate il desiderio
L’eredità di don Anas: dialoghi sul matrimonio
Edizioni San Paolo 2022

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