La nostra umanità è viva se attendiamo

Per iniziare il nuovo anno senza pesantezze, riponiamo la speranza in Colui che risponde alla nostra attesa.

Caspar David Friedrich
Caspar David Friedrich, Donna al tramonto del sole (1818), Museum Folkwang, Essen (Germania)

All’inizio di un nuovo anno, dobbiamo porci almeno due interrogativi. Il primo riguarda ciò che abbiamo negli occhi e nella mente. Pensiamo ai pastori descritti nel Vangelo di san Luca, che dicono: Andiamo a vedere il fatto accaduto (cfr. Lc 2,15). Se i nostri occhi e la nostra mente sono ingombri di immagini e di pensieri diversi dal fatto di Cristo, allora non possiamo veramente ricominciare, perché tutto ciò che ci riempie, invece che facilitarci, ci appesantisce. Noi dovremmo camminare, anzi correre, perché sempre, nella vita, quando c’è qualcosa che veramente colpisce, non solo si cammina, ma si corre. Se dunque siamo fermi, o se avanziamo faticosamente, è perché siamo ingombrati da inutili fardelli, perché non siamo semplicemente suscitati dall’avvenimento accaduto alle nostre vite. Ogni sera, prima di andare a letto, al termine dell’esame di coscienza, dobbiamo dunque domandare a Dio la grazia di avere gli occhi e la mente interamente riempiti dall’avvenimento dell’Incarnazione e dalla memoria della vocazione (la vocazione è l’Incarnazione continuata).

La seconda domanda che dobbiamo porci sorge come conseguenza della prima e riguarda ciò che ci attendiamo dal tempo che viene. Se abbiamo gli occhi e il cuore pieni dell’avvenimento dell’Incarnazione, allora abbiamo anche chiaro che cosa sperare. 

Nella sua prima Lettera, san Giovanni dice: Chiunque ha speranza in Lui, purifica se stesso (1Gv 3,3). È un’espressione profondamente rivelatrice, perché il contenuto della speranza descrive il confine della nostra persona e la verità della nostra vita. Che cosa attendiamo? Che cosa speriamo? La risposta non può essere lasciata nel vago. Se siamo dentro una compagnia vocazionale, dobbiamo chiederci cosa attendiamo da questo luogo.

Da chi ci aspettiamo il bene della nostra vita?
A chi lo domandiamo?

Anche questa è una domanda che deve entrare a far parte del nostro esame di coscienza di tutte le sere: da chi ci aspettiamo il bene della nostra vita? a chi lo domandiamo? E cosa c’entra la comunità con questo bene? La questione non è scontata, perlomeno non lo è lungo tutto il corso della nostra esistenza, in quanto smarriamo continuamente la risposta lungo le strade dell’abitudine, della dimenticanza, della pigrizia e dell’ingratitudine. 

Dio ci ha messi in questa compagnia perché desidera il bene della nostra vita. Se attendiamo il nostro compimento da Lui, allora ci purifichiamo. Ciò significa che il nostro sguardo diventa trasparente, che la nostra attenzione si fissa su ciò che conta, che la nostra libertà si applica a ciò che davvero vale la pena di costruire.

In occasione di ogni nuovo inizio, la Chiesa ci rivolge un invito a essere seri con noi stessi, nella certezza che la memoria di ciò che abbiamo ricevuto è sufficiente a sgombrare tutte le possibili nebbie. L’opera di Dio, infatti, è senza misura, è una cascata continua e meravigliosa di grazie. La Sua iniziativa ci raggiunge attraverso le strade che Egli stesso sceglie, che sono imperscrutabili, talvolta piene di dolore e di sangue, ma che sempre conducono al nostro compimento.

La luminosità della cascata di grazie che vengono da Dio è talmente potente che è inevitabile rimanerne commossi e affascinati. Se il nostro passo è stanco, incerto, o dubbioso, vuol dire allora che il nostro sguardo non è puro. La pesantezza è il segno che non sappiamo vedere, che non stiamo fissando lo sguardo su Colui che riempie la nostra vita di una promessa che Egli stesso è anche capace di mantenere. 

La nostra umanità è viva se attendiamo ed è vera se riponiamo la nostra speranza nell’Unico che può rispondere alla nostra attesa.

Contenuti correlati

Vedi tutto
  • Gallery

Novena dei bambini

Prepararsi al Natale con nove giorni di giochi, canti e compagnia

  • Bogotà
Leggi
  • Gallery

Messa in Ca’ Granda

Una celebrazione per scambiare gli auguri con amici, parenti e benefattori.

  • Milano
Leggi