Un amico vero, un amico per sempre

Alla festa dell’Annunciazione, Giulia Parete si è consacrata a Dio professando i voti solenni assieme ad altre due giovani Missionarie. Ecco la sua storia.

Parete ritratto
Giulia Parete al Meeting di Rimini 2024

C’è stato un giorno preciso, non molto tempo fa – era il 25 agosto 2017 –, in cui ho iniziato a vederci più chiaro e i frammenti disuniti della mia vita sembravano aver trovato il loro posto. Quel pomeriggio ho detto a don Francesco: “Penso di amare Dio più di tutto il resto!”. Quello che in realtà volevo dire era: ho scoperto che Dio mi ama, e questo dà senso a tutto il resto.Quel giorno ho solo realizzato che Dio mi stava chiamando; in realtà mi aveva messo gli occhi addosso da sempre. 

Sono nata e cresciuta in un paesino di montagna dell’Abruzzo e i primi fili che mi hanno tenuta legata a Dio risalgono alla mia infanzia. Anzitutto, l’amore dei miei genitori e il battesimo che hanno scelto di donarmi; poi l’educazione alla fede ricevuta da mia mamma e infine lo stupore per le cose create: il cielo stellato, la grossa quercia davanti alla mia camera, il corpo umano. Di fronte a tutto ciò, il mio cuore di bambina parlava con Dio e gli chiedeva: “Chi sei Tu che fai queste cose così belle? Le fai pensando a me?”.

Intuivo che nella loro vita c’era una promessa anche per me

Un altro filo robustissimo attraverso cui Dio si è fatto ancora più vicino è stato l’incontro con Gioventù studentesca durante i miei ultimi anni di liceo. Questo incontro rispondeva al grande desiderio che avevo sempre custodito di incontrare un amico vero, un amico per sempre. Così è stato. Nell’incontro con Gs ho iniziato a vivere l’immenso tesoro dell’amicizia e la bellezza di una vita insieme.  

Tutto questo è fiorito ancora di più durante gli anni dell’università. Mi sono trasferita a L’Aquila per studiare Biotecnologie, e lì ho potuto vivere una vita piena insieme ai miei amici. Sono stati anni entusiasmanti e la compagnia che ci facevamo era reale, resa possibile dalla presenza di Cristo. Sono stata amata senza misura, corretta e guardata con verità: ho potuto camminare, e anche rischiare certe scelte perché non ero da sola. 

Dentro tutta questa pienezza, rimaneva sempre uno spazio vuoto nel mio cuore che non riusciva a essere riempito da nulla. Per questo, a un certo punto, ho iniziato a pensare di dover essere io a riempirlo. Ovviamente non ha funzionato: la mia frenesia e i miei tentativi non hanno aggiunto nulla. Un giorno ho chiesto Dio, esplicitamente, di dare una svolta a questa situazione. Me ne stupisco ancora: il Signore ha sempre risposto alle mie domande gridate!

Poco dopo, infatti, durante una vacanza estiva, ho conosciuto don Francesco Ferrari, allora rettore della Casa di formazione della Fraternità san Carlo. In un dialogo semplice mi ha detto: “Giulia, tu sei anzitutto figlia di un Padre buono che ti ama, ti ha voluta proprio così e ti dona tutto”. Queste parole hanno iniziato a scavare dentro di me, vivendo le ho scoperte vere. Così vere che poco tempo dopo, in quel giorno di fine agosto, ho potuto confidare la mia intuizione: riconoscendo che Dio mi donava tutto, sentivo il desiderio di dargli tutta la mia vita. 

Da quel momento sono iniziati due anni molto belli, in cui mi sentivo letteralmente al centro del cuore di Dio. Trascorrevo il mio tempo per la maggior parte in laboratorio, per la tesi, e quello che facevo mi appassionava. Continuava anche la vita in università e con la comunità. Le mie giornate erano le stesse ma ci entravo con la domanda: “Cosa mi chiedi oggi e cosa vuoi donarmi?”. In quegli stessi anni ho incontrato le Missionarie. Se all’inizio le guardavo con sospetto, ancora un po’ attaccata ai miei progetti, a un certo punto ho iniziato a desiderare di conoscerle meglio perché intuivo che nella loro vita c’era una promessa anche per me.

Così, nel maggio del 2019, ho chiesto a suor Rachele di accogliermi. Ho potuto lasciare tutto, la mia famiglia, gli amici, i miei progetti, solo per questo: ero amata di un amore grande che mi avrebbe dato tutto per essere felice. 

Ora, davanti al passo dei voti definitivi, sono certa che questa è la casa che il Signore ha pensato per me. Da sempre e per sempre.

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